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Sibillini, un anno di pandemia ha reso ancora più complessa la ripartenza nelle aree del centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017. Per molte realtà del territorio, un ritorno alla normalità è ancora lontano, ma ci si industria per resistere, come e più di prima. 

Ad Arquata del Tronto, Stefano Cappelli ed Elena Pascolini, con la loro associazione Monte Vector, gestiscono il rifugio Mezzi Litri: credono in un turismo lento e sostenibile e sognano un Appennino inclusivo, senza barriere. Per questo, hanno adeguato quel casale a rifugio, abbattendo tutte le barriere possibili e dotandolo di servizi per disabili. Il Covid-19, purtroppo, ha rallentato le loro attività.

Sulla piattaforma PlanBee prosegue Alleva la Speranza + di Legambiente ed Enel, in partnership con Fondazione Symbola, Federtrek, Turismo verde e associazione Host Italia, la campagna di crowdfunding a sostegno di gestori di strutture impegnate nell’ospitalità extralberghiera colpiti dal sisma e dalla crisi, tra cui Elena e Stefano. Con l’aiuto di Alleva la Speranza + vogliono realizzare una rampa per disabili e strutture di accoglienza mobili e accessibili, affinché il rifugio Mezzi Litri, a 1360 metri di altezza, sia raggiungibile e godibile da tutti e possa continuare a offrire la sua prospettiva sulle montagne circostanti. Per ringraziare chi dona dai 75 euro in su, Elena e Stefano inviano un pacco con i prodotti locali proposti nelle loro degustazioni, per fare incontrare ai donatori i sapori del territorio e portare un pezzo del rifugio Mezzi Litri a casa loro.

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Sibillini: il sostegno al rifugio Mezzi Litri

“Per noi questo è un avamposto di sensibilizzazione alla sostenibilità e una possibilità tangibile per il ritorno in uno dei territori più colpiti dal sisma del 2016. Con lo spopolamento e poi il sisma i produttori rimasti ad Arquata sono pochissimi, ma la valorizzazione di questi luoghi deve partire dalla promozione dei loro prodotti. Uno dei nostri obiettivi principali è far incontrare le persone con questi straordinari sapori che offriamo nelle nostre degustazioni al rifugio, senza però venderli, invitando ad andare a comprarli dal produttore”, racconta Stefano Cappelli.

“Molte persone disabili sono venute a trascorrere una giornata con noi, ma il nostro obiettivo è consentirgli di vivere una vera vacanza in montagna. Con il contributo di Alleva la speranza + vorremmo acquistare delle strutture mobili ad ampia accessibilità come yurte o le innovative cupole geodetiche completamente senza barriere. Vorremmo poi realizzare la rampa, con delle scritte in braille che raccontano la bellezza dei nostri monti, per collegare le diverse strutture con i servizi igienici. Nella progettazione anche amici disabili e con associazioni locali abbiamo capito come realizzare i presidi per gli ipovedenti. Il traguardo è quello di dare autonomia, benessere e libertà a persone a cui è negato il diritto a vivere la natura”. Elena e Stefano hanno fatto una scelta di vita impostata sulla necessità di combattere lo spopolamento delle aree interne e la rinascita delle aree colpite dal sisma, attraverso modelli di economie sostenibili e tradizionali, tante persone hanno  partecipato e  creduto in questo progetto, ma la raccolta fondi non può essere l’unico sostegno a iniziative simili a questa, è necessario che il Governo cominci a prendere in considerazione il dialogo con chi applica, con successo, modelli che fin ora sono solo sulla carta”, spiega Elena Pascolini.

Alleva la Speranza: il commento di Legambiente

“La pandemia che ci ha colpito rende ancora più fragili i territori fiaccati dal sisma, aggravando situazioni già precarie. In quelle aree, spesso di straordinaria bellezza, tanti piccoli imprenditori garantiscono, produzioni sostenibili e di qualità, grazie alle quali tengono letteralmente in vita intere comunità, altrimenti destinate a scomparire a causa dello spopolamento. Queste storie sono oggi una speranza concreta, perché la ricostruzione delle aree devastate dal sisma sia fondata sulle comunità. A guidarle è una straordinaria volontà di continuare a vivere dove sono nate e dove hanno deciso di investire tutte le proprie energie. Un amore profondo per la loro terra, il loro lavoro. Che ha bisogno, per essere alimentato ogni giorno, del sostegno di tutto il Paese”, dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche.

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