E’ stata depositata ieri la proposta di legge riguardante l’assegnazione delle case popolari, che vede come primo firmatario il Consigliere Regionale Andrea Antonini.
“Chiediamo, in sostanza, di modificare la normativa regionale che disciplina l’assegnazione e la gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, un punto a cui tenevo fin dalla campagna elettorale e che oggi ha compiuto il suo primo passo” ha spiegato.
Ecco tutti i requisiti per i richiedenti.
Andrea Antonini, depositata la modifica della normativa regionale per le case popolari
“Ieri in Regione abbiamo depositato come Gruppo Lega una Proposta di Legge che mi rende particolarmente orgoglioso, sia per esserne primo firmatario, ma soprattutto per l’importanza del tema. Crediamo che questa sia la legge di cui abbiamo bisogno: più equa, più giusta e più adatta alle sfide che aspettano la nostra società. ” ha spiegato il Consigliere Regionale Andrea Antonini.
Il gruppo chiede di modificare la normativa regionale che disciplina l’assegnazione e la gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
Questi i requisiti inseriti per i richiedenti:
- residenza da almeno due anni nel comune che emana il bando e da cinque anni nella Regione;
- assenza di condanne, anche non definitive, per reati consumati o tentati in materia di violenza familiare;
- assenza, negli ultimi dieci anni, di condanne per delitti non colposi per i quali la legge prevede una pena detentiva non inferiore a due anni.
Tra i punti cardine, poi, ci sono:
- Quota di riserva (8%) degli alloggi disponibili riservata ai nuclei familiari composti da soggetti under35 alla data di pubblicazione del bando;
- quota di riserva (8%) ai nuclei familiari monoparentali, con uno o più figli a carico;.
- innalzamento della quota eventuale di riserva annuale (dal 25 al 30)% di alloggi da assegnare a categorie speciali;
- quota di alloggi (10%) riservato ad appartenenti delle Forze dell’Ordine, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che prestano servizio in regione.
Tale proposta di legge si prefigge di sostenere progetti di vita in grado di sopperire al disagio economico-sociale che incombe più pesante all’orizzonte post-pandemia, riqualificare centri storici e periferie, in un’ottica di ricostituzione di quelle relazioni di comunità che si traducono in tessuto sociale fertile per la crescita armonica degli individui.