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Con il continuo “Apri- chiudi”, nel 2020 le produzione tipiche legate ai flussi turistici,  hanno registrato cali di fatturato medio del 50 % con punte dell’80%.  “La maggioranza delle nostre imprese lamenta riduzioni di fatturato che in molti casi rischiano di mettere a repentaglio la loro sopravvivenza e a questo si aggiunge il fatto che, contrariamente ad altri settori come la filiera del commercio, il turismo e la ristorazione, quello dell’artigianato artistico è stato quasi completamente escluso dal sistema dei ristori.

Per questo come Cna rilanciamo con forza l’appello affinché i ristori siano dati per filiere e categorie e non solo per codici Ateco” ha spiegato il Direttore, Francesco Balloni.

Cna Ascoli, il bilancio del 2020

La categoria dell’artigianato è legata a doppio filo con il turismo e  in assenza di flussi di visitatori, ha visto colare a picco le vendite, senza neanche poter contare sui ristori.  La maggioranza di queste imprese registra  riduzioni di fatturato che in molti casi rischiano di mettere a repentaglio la loro sopravvivenza. Per quanto riguarda i ristori, il settore dell’artigianato artistico è stato quasi completamente escluso.

Ecco perchè la Cna Ascoli lancia un appello alle istituzioni, affinché i ristori siano dati per filiere e categorie e non solo per codici Ateco:

“Per contrastare l’emergenza servono adesso azioni forti, che vadano nella direzione di un intero rilancio del settore. “Essenziale mettere in campo investimenti e strumenti di accesso a misure di sostegno,  a partire dagli sgravi fiscali e sugli affitti, fino ad agevolazioni per partecipare a fiere e mostre come quella dell’Artigianato a Firenze, che rappresentano una vetrina di promozione molto importante. 

Il settore infatti è entrato in crisi anche perché sono venute a mancare occasioni di visibilità, come le fiere di settore, che sono strategiche per l’artigianato. Senza contare il capitolo, azzerati da un anno, di corsi, formazione e situazioni in presenza che i nostri maestri artigiani svolgevano per enti e associazioni del territorio” ha affermato il Direttore Francesco Balloni.

Le sfide degli artigiani per il 2021

“Adesso la sfida del 2021 sarà quella di non lasciare indietro nessuno e che si mettano in campo strumenti utili a rilanciare l’intero comparto  e un’idea può essere la disponibilità, da parte dei Comuni, a mettere a disposizione degli artigiani spazi pubblici, a rotazione, per la promozione dei prodotti locali. Nell’immediato, però, servono i ristori, che non devono essere assegnati sulla base dei codici Ateco, ma sui reali cali di fatturato” ha spiegato Pietro Angelini, artigiano orafo della Cna.

Un settore  in forte sofferenza ma che prova a resistere. Anche con le vendite a distanza. Secondo un’indagine realizzata dalla Cna su un campione di Associati del territorio,  2 aziende su 3 del settore non trova beneficio, per la peculiarità delle proprie produzioni, nell’e-commerce. Ma non per tutti è così.

Secondo Giuseppe Coccia , portavoce della Cna Picena del settore orafo, “Nel 2020 l’ online ha sostenuto la mia impresa, ma il contatto diretto con le persone che vedono le nostre lavorazioni non è sostituibile da questi sia pur utili e necessari strumenti tecnologici.

Valutazione a cui fa eco Pietro Angelini, “Un laboratorio come il mio, di nicchia di produzioni specifiche e uniche, stenta a poter inserirsi nel commercio online. Per farlo sarebbe necessario avere un campionario vasto e più pezzi in produzione. Questo, considerando anche il costo delle materie prime che per noi orafi resta alto, non possono farlo tutti. Un investimento al buio che per tanti piccoli laboratori è insostenibile.

Per questo, ci vogliono ” ristori subito”, come ribadisce Augusta Schinchirimini, ceramista di San Benedetto del Tronto, “Un sostegno per le spese correnti, la sospensione di tributi e oneri. Così possiamo provare ad andare avanti sperando che presto, più che mai in una città turistica come quella in cui vivo e lavoro io, tornino in presenza visitatori, turisti e appassionati d’arte e di artigianato di qualità.

E, per concludere, se per forza il discorso “a distanza”, dovrà essere un elemento di resistenza, è necessario fornire strumenti adeguati a queste tipologie di imprese, come rimarca la ceramista e pittrice Barbara Tomassini, ” i normali canali di vendita online non sono sempre adeguati al lavoro e ai prodotti che facciamo. Non possiamo fornire scorte perché si tratta quasi sempre di pezzi unici. Quindi l’ acquirente, in presenza o a distanza, deve vedere, capire e conoscere il lavoro che sta dietro l’ opera. Quindi anche nell’online sarà indispensabile offrire al pubblico questo mix di produzione e di emozione che possono portare a una vendita ristoratrice”.

Azione, che la Cna Picena sta perseguendo con determinazione, come precisa Caterina Mancini, responsabile Cna per il settore Artistico provinciale: “Video promozionali, azioni a distanza che sostengano le nostre piccole imprese. Il 2020 è stato connotato soprattutto da questo per noi della Cna. Coinvolgendo gli artigiani e le istituzioni, a cominciare da lavoro progettuale portato avanti negli ultimi anni con la Regione Marche”.

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