La Regione Marche taglia i fondi all’ISML e il Presidente della Provincia di Ascoli Sergio Fabiani non ci sta. Fabiani ha manifestato il suo disappunto della decisione della Giunta Regionale di cancellare dal bilancio di previsione 2021- 2023 le risorse destinate all’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche.
“La ritengo una decisione profondamente sbagliata che, se attuata, rischia di privare il territorio regionale di una delle istituzioni culturali più prestigiose della regione, che custodisce un patrimonio straordinario di fonti e di memorie di storia regionale e locale. Oltretutto, l’Istituto svolge una intensa attività di divulgazione e formazione di alto profilo in proficua sinergia con il mondo universitario e scolastico”.
Regione Marche e ISML, le reazioni dal Piceno
La Giunta Regionale ha deciso di cancellare dal bilancio di previsione 2021-2023 le risorse destinate all’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche. Tale volontà ha scatenato la reazione del Presidente della Provincia di Ascoli, Sergio Fabiani:
“La ritengo una decisione profondamente sbagliata che, se attuata, rischia di privare il territorio regionale di una delle istituzioni culturali più prestigiose della regione, che custodisce un patrimonio straordinario di fonti e di memorie di storia regionale e locale. Oltretutto, l’Istituto svolge una intensa attività di divulgazione e formazione di alto profilo in proficua sinergia con il mondo universitario e scolastico”.
Immediata anche la reazione della Presidente dell’Isml di Ascoli, Maria Paola Alviti. “Abbiamo appreso che la Giunta Regionale, in sede di approvazione del bilancio, con uno degli ultimi provvedimenti dell’anno, ha cancellato il pur modesto finanziamento che veniva concesso all’Istituto Regionale di Storia Contemporanea ed agli Istituti Provinciali ad esso collegati. Governare significa gestire il patrimonio culturale comune di una società e non minarlo per ragioni di parte. Tentare di soffocare la vita degli Istituti di Storia Contemporanea non può essere letto se non come il disprezzo del valore fondativo della Storia.
I nostri Istituti di Storia Contemporanea, dal secondo dopoguerra, svolgono una qualificata attività di divulgazione della Storia Contemporanea, di formazione dei personale docente e dei cittadini interessati a questi temi, di conservazione del patrimonio storico, nel rispetto dei valori fondanti della Costituzione Repubblicana.
Una Giunta Regionale che nasce da un Processo Democratico, in uno Stato Democratico, dovrebbe avere a cuore i nostri stessi Valori, in fatto di Democrazia e possibilità di confronto, pertanto, auspichiamo che, valutata tutta la portata simbolica del fatto, voglia ritornare sulla sua decisione”.