Coronavirus nel Piceno: il 2020, un anno che rimarrà ben impresso nella memoria anche degli abitanti del Piceno. Dodici mesi difficili tra paure e restrizioni. Un periodo nefasto che passerà alla storia come per il precedente anno bisestile del 2016. Le nostre vite sono cambiate radicalmente e la pandemia da Covid-19 ha occupato i nostri pensieri.
Poche sono le eccezioni degne di nota accadute durante l’anno. Abbiamo scoperto nuovi termini e applicato nuove abitudini, abbiamo imparato dove si trova Wuhan, il significato di lockdown e che dobbiamo lavarci spesso le mani. Un anno in cui l’impossibile si è reso possibile.
Coronavirus nel Piceno, l’inizio della pandemia
Era il 23 gennaio e dai telegiornali si apprendeva che a Wuhan in Cina, la città veniva messa in lockdown a causa di un virus definito Covid-19. Quasi un mese dopo, il 21 febbraio, in Italia viene identificato il paziente 1 a Codogno. Subito dopo aver festeggiato in piazza il carnevale di Ascoli, impennata di casi in Lombardia e l’11 marzo l’Oms dichiara la pandemia. In tutta la nazione viene istituito il lockdown, annunciato da un tanto atteso discorso serale del Premier Conte.
Tra un bollettino della Protezione Civile e giornate chiusi in casa, non si trovano mascherine e gel disinfettanti. Assistiamo per la prima volta a strade, piazze e lungomari deserti. Le partite dell’Ascoli e della Sambenedettese si disputano a porte chiuse e si fermano tutti i campionati locali. Si trascorre una Pasqua lontani da amici e parenti e senza messe celebrate in presenza. Tra cassa integrazione, file ai supermercati e bonus, arriviamo all’estate.
Con gli chalet e i locali della Riviera attentamente riorganizzati per garantire ai clienti la distanza di sicurezza e la consumazione dei pasti all’aperto, l’indice di contagio si riduce. L’Ascoli mantiene la Serie B mentre la Samb si gode da qualche mese il suo nuovo presidente. Dopo un’estate di relativa calma, con una discesa costante dei casi fino a pochi positivi al giorno, si torna sui banchi di scuola.
Il secondo semestre
Non passano poche settimane dall’inizio delle scuole che nonostante i banchi separati e la discussione per la mascherina si o no, ripartono i focolai, chiudono singoli istituti e torna protagonista la pandemia. Nel frattempo un malore al Sindaco Marco Fioravanti e l’inizio della campagna elettorale per le regionali riempiono i titoli delle testate giornalistiche locali. Tornano i DPCM e la Regione, dopo il cambio di casacca del suo governatore, diventa di colore giallo. Tornano i pazienti ad essere ricoverati per sintomi e tanti conterranei e tanti connazionali tornano a lasciarci in anticipo.
Il Covid-19 ai giorni nostri
Arriviamo alle storie di questi giorni. Il 27 dicembre partono le vaccinazioni presso l’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto. Il dottor Marco Giri, primario di Psichiatria, è il primo a sottoporsi al vaccino Pfizer-BionTech. Mentre si effettuano vaccinazioni di massa arriviamo ad un ultimo anno in piena zona rossa con rigide restrizioni, senza feste e cenoni, senza ricchi premi e cotillon. Con più di mille pazienti attualmente positivi e oltre 15mila contagiati da inizio anno, salutiamo questi indelebili dodici mesi del Piceno.