CNA: i rappresentanti delle associazioni territoriali di Ascoli Piceno, Macerata e Fermo hanno organizzato una videoconferenza sulla piattaforma Zoom, intitolata “Che anno è stato? Un bilancio per il territorio”. L’obiettivo dell’appuntamento online, è stato quello di fare un bilancio economico dell’anno 2020 (che sta per concludersi).
Sono intervenuti all’incontro: il Professor Giovanni Dini (Responsabile del Centro Studi CNA Marche), il Professor Claudio Socci (docente di Politica Economica all’Università di Macerata) e Francesco Balloni (Direttore della CNA Ascoli Piceno).
CNA: le associazioni di Ascoli Piceno, Macerata e Fermo tracciano un bilancio del 2020
“La perdita di export della Regione Marche, nei primi nove mesi del 2020, – ha detto il Prof. Giovanni Dini (Responsabile del Centro Studi CNA Marche) – è dovuta alle difficoltà dei primi due trimestri; nel terzo trimestre, le Marche hanno perso ancora esportazioni, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,7%). La diminuzione, però, è meno marcata rispetto all’Italia (-4,9%) e a due Regioni simili per importanza del manifatturiero: Veneto (-2,5%) ed Emilia Romagna (-2,9%). Inoltre, da anni, notiamo la dinamica decrescente del numero di imprese attive nel nostro territorio; non c’è nessuna Regione che fa peggio delle Marche. In undici mesi, abbiamo perso quasi un quarto delle nuove imprese e l’Istat ci dice che le Marche hanno perso occupazione, nel terzo trimestre del 2020.
I dati non danno sempre indicazioni coerenti. La classifica del ‘Sole24ore’ posiziona 4 Province marchigiane tra i primi 30 posti; Ascoli è al 13° posto, Ancona è 16^ e Pesaro al 18° posto, Macerata è al 30° posto. Però, Fermo è in 68^ posizione su 107. C’è qualcosa da rivedere, perchè non si comprende a cosa sia dovuta la differenza tra Ascoli e Fermo. Nel primo semestre, nonostante il lockdown, alcuni settori (alimentari, meccanica e alcuni servizi) hanno resistito alla crisi. Infine, è preoccupante il numero delle donne che sono disposte a cercare lavoro, ma non riescono a trovarlo”.
“La catastrofe economica, provocata dal Covid-19, ha un precedente chiaro nella crisi del 2008. – ha dichiarato il Prof. Claudio Socci (docente di Politica Economica all’Università di Macerata) – Per le Marche, il calo del PIL regionale ha portato due diminuzioni: dei consumi pari al -16,4 %, e degli investimenti lordi del -35,2 %. Ma il vero problema, per l’economia marchigiana, si presenterà quando sarà risolta la questione pandemica. E’ prevedibile una caduta del PIL nel 2021, ma non sarà seguita da una caduta dell’occupazione (per la presenza di ammortizzatori sociali automatici).
Nell’anno 2020, alcuni settori legati alle nuove tecnologie hanno invertito la tendenza, rispetto ai settori tradizionali (che hanno fatto registrare un calo della produzione). Ci troveremo davanti a una transizione economica, in cui, nonostante il blocco produttivo, alcuni settori dell’economia marchigiana saranno orientati verso un nuovo tipo di produzione, che dovrà essere orientata al lungo termine”.
“Nel Piceno, ad una discreta salute del comparto delle esportazioni, si contrappone una crisi del manifatturiero. – ha affermato Francesco Balloni, Direttore della CNA Picena – Nel campo dell’export, ad Ascoli Piceno, c’è la multinazionale farmaceutica Pfizer che, da sola, fa quasi il 90% delle esportazioni della Provincia. Invece, il settore manifatturiero perde quasi il doppio delle imprese di tutti gli altri settori. Contratti di filiera e sostegno al credito per chi ha un’idea imprenditoriale, devono arginare la flessione del numero di giovani che provano a fare impresa. Servono strumenti nuovi per nuove imprese, oltre ad un lavoro in sinergia tra imprese e istituzioni. Il mercato internazionale è da ridisegnare, per orientarsi a nuovi mercati”.