Ascoli Piceno: Mons. Domenico Pompili, Amministratore Apostolico della Diocesi ascolana, ha inviato un messaggio di saluto alla città e alla Diocesi. Pompili, che è anche Vescovo di Rieti, si è insediato da pochi giorni. E’ stato scelto da Papa Francesco, dopo le improvvise dimissioni di Mons. Giovanni D’Ercole, per il periodo di transizione che porterà alla nomina del nuovo Vescovo.
Ascoli Piceno, il messaggio di Mons. Pompili: “Sono mesi incerti. Bisogna avere la resistenza del travertino”
Mons. Domenico Pompili, Amministratore Apostolico della Diocesi di Ascoli Piceno, ha già incontrato tutti i Sacerdoti diocesani, instaurando con loro un rapporto di proficua collaborazione. Il Pastore, inoltre, ha rivelato di essere rimasto molto colpito dalla città di Ascoli Piceno.
“Chi arriva ad Ascoli, rimane colpito dall’essere ‘tutta costrutta di bei travertini’. – ha spiegato Mons. Pompili, in un messaggio destinato alla comunità ascolana – Per questo, forse, diversi artisti, nel rappresentare la città, pongono l’accento proprio sulla qualità cromatica dei suoi monumenti. Quasi si tratti di una rielaborazione della natura circostante, fatta di sole e di pietra. Anch’io, venendo ad Ascoli, sono stato colpito dalla luce di questi primi giorni di novembre. La ‘Primavera di San Martino’ ha rischiarato non soltanto le piazze e i palazzi, ma pure l’angoscia da Covid e la tristezza per la rinuncia del Vescovo Giovanni.
L’ambiente naturale e culturale, come è noto, plasma profondamente la nostra psiche e il nostro cuore, più di quanto si immagini. Oltre che, ovviamente, il nostro fisico. Penso che ripartire dalla luce e dal travertino, sia la strada per affrontare i mesi incerti che ci attendono. ‘Doppiamente’ incerti, vuoi per la parabola epidemiologica di un virus che mette a soqquadro le nostre certezze quotidiane; vuoi per l’attesa di un nuovo Vescovo che raccolga attorno al Vangelo tutti, credenti e non credenti.
La luce e il travertino, a pensarci, sono i simboli contrapposti dell’esperienza. La luce dice mobilità, velocità, energia. Il travertino evoca stabilità, gravità, resistenza. Dal loro incontro, dal gioco delle luci e delle ombre, viene fuori anche la Chiesa. Per superare questo periodo, bisogna avere la resistenza del travertino”.
“Ho già avuto modo di incontrare preti solidi e concreti, religiose attive e perspicaci, laici generosi e intraprendenti. – ha concluso Monsignor Domenico Pompili – E ho solo avviato i primi contatti. Sono fiducioso che, con la buona volontà di tutti, un popolo ben disposto accoglierà il nuovo Pastore”.