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Marche zona arancione, stop agli spostamenti tra comuni limitrofi per servizi alla persona. A differenza di quanto comunicato in precedenza, in seguito a una nota del Prefetto di Ancona e alla successiva comunicazione da parte della Regione Marche, è stata sospesa l’iniziale interpretazione favorevole allo spostamento verso comuni limitrofi per usufruire dei servizi alla persona, quali parrucchieri e centri estetici.

Per tale ragione, al momento nonè consentito recarsi in un comune diverso rispetto a quello di residenza per usufruire di tali servizi.

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Marche zona arancione, Cna e Confartigianato: chiarezza dalle Prefetture

“Da sempre per le nostre categorie, e oggi ancor di più, la tutela della salute e della sicurezza di clienti e dipendenti viene prima di tutto. Per garantire questi standard, abbiamo fatto e facciamo investimenti importanti e vigiliamo ogni giorno sul rispetto dei protocolli igienico sanitari. È per questo che non comprendiamo il perché delle mancate risposte positive da parte delle Prefetture, alle quali abbiamo da diversi giorni inoltrato richieste motivate di deroga alle limitazioni poste ai servizi alla persona nelle zone arancioni. In questo momento ci aspettiamo quindi la comprensione delle nostre istanze da parte delle istituzioni e soprattutto chiarezza”, dice Daniele Zucchini, acconciatore e presidente regionale Confartigianato Benessere.

Ne è fortemente convinta Rosetta Buldorini, presidente interprovinciale Confartigianato Estetica: “Ciò che lamentiamo, oltre all’irragionevolezza di queste limitazioni è l’assenza di chiarezza nelle disposizioni. L’inconcepibile ritardo nelle risposte ai nostri quesiti non è accettabile e crea confusione tra gli operatori e nella clientela, considerando che circolano nei mass media moltissime informazioni non corrette, che aggravano ancora di più la situazione. Ci aspettiamo dalle Prefetture una risposta chiara e possibilmente uniforme nel territorio regionale. Altrimenti brancoliamo nel buio”.

“La grande maggioranza delle imprese del benessere si è sacrificata con senso di responsabilità. Lo ha fatto promuovendo e accettando un protocollo rigidissimo, per garantire la sua parte di sicurezza contro la pandemia e fornire al meglio un servizio di qualità. Statistiche alla mano, le imprese del settore registrano un calo dei passaggi cassa di oltre il 15%, e tali restrizioni rischiano di peggiorare una situazione già critica. Il Dpcm inoltre, non autorizzando i servizi alla persona a ricevere da fuori Comune, impedisce agli imprenditori di servire una parte importante della clientela, considerando che moltissimi esercenti di fiducia si trovano al di fuori del proprio Comune di residenza. In tanti casi a pochi chilometri di distanza, ma comunque in un’altra municipalità. Una norma che sui nostri territori risulta quindi particolarmente dannosa, visto che i nostri Comuni non hanno le estensioni delle città metropolitane”, sottolinea Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato Benessere.

La Cna di Ascoli Piceno è, in sinergia con il sistema Associativo nazionale, in contatto con le istituzione governative centrali per definire una norma che, al momento, presenta grandi difformità fra territori, anche a prescindere dal livello (rosso, arancione o giallo) dell’allarme Covid.

Come Cna Picena vogliamo ribadire la gravissima difficoltà economica di molte piccole imprese dei settori come benessere, sanità e del piccolo commercio al dettaglio, formalmente aperte, ma che nei fatti si trovano con la necessità di affrontare un’operatività minima, pur avendo investito energie e risorse in sicurezza proprio per poter lavorare a pieno regime. Questa situazione trova particolare criticità nei piccoli comuni e nell’entroterra, dove la realtà è fatta da interscambi di relazioni fiduciarie, personali ma anche economiche, che vanno fisiologicamente oltre i piccoli confini di un singolo comune.

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