Dipawali: in questi giorni (nel 2020 sarà sabato 14 novembre) in India si celebra questa festa che è la più grande ed importante del Paese asiatico. Il festival prende il nome dalla fila (avali) di lampade di argilla (deepa) che gli indiani mettono fuori dalle loro case per simboleggiare la luce interiore che protegge dall’oscurità spirituale. Non a caso è anche chiamata “festa delle luci”. Il Dipawali o Diwali, è per gli indiani quello che per i cristiani è il Natale.
Dipawali, ecco le caratteristiche di questa festa
Dal punto di vista spirituale, Diwali evoca la luce della conoscenza vera, la vittoria sulle forze oscure del male e dell’ignoranza. Nel corso dei secoli, Diwali è diventata una ricorrenza nazionale per gli indiani non solo indù ma anche giainisti, buddisti e sikh.Gli indù interpretano la storia di Diwali secondo le loro tradizioni locali: Nell’India settentrionale celebrano la storia del ritorno di Re Rama ad Ayodhya dopo aver sconfitto Ravana accendendo file di lampade di argilla. L’India del Sud lo celebra come il giorno in cui il Signore Krishna sconfisse il demone Narakasura. Nell’India occidentale il festival segna il giorno in cui il Signore Vishnu, il Conservatore (una delle principali divinità della trinità indù) inviò il demone Re Bali a governare gli inferi. In tutte le interpretazioni, un filo comune: la festa segna la vittoria del bene sul male.