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Coronavirus: il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha deciso di prorogare lo “Stato di emergenza” per la pandemia di Covid-19, fino al 15 ottobre 2020. In precedenza, sia la Camera, sia il Senato avevano espresso il loro voto favorevole, alla proposta formulata dal Premier.

“Non vogliamo creare una ingiustificata situazione di allarme. – ha dichiarato il Presidente Conte – Ma vogliamo mantenere in efficienza quel complesso di misure, che rendono il nostro Paese più sicuro, per i cittadini e per i turisti che volessero visitarlo. E’ una proroga inevitabile e legittima, poichè il virus continua a circolare”.

Lo scorso 31 gennaio 2020, il Governo aveva dichiarato, per la durata di sei mesi (fino al 31 luglio), lo Stato di emergenza, in conseguenza del rischio sanitario rappresentato dal Coronavirus. La decisione del Governo, per i prossimi mesi, è stata quella di prorogare l’emergenza fino al 15 ottobre. Lo Stato d’emergenza attribuisce al Governo e alla Protezione Civile dei “poteri straordinari” o “speciali”.

Ecco cosa cambierà per i cittadini italiani, dopo la proroga dello Stato di emergenza al 15 ottobre 2020.

DPCM – I Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri vengono emanati durante il periodo dello “Stato di emergenza”. La proroga consente di rinnovare l’ultimo provvedimento (firmato il 14 luglio), che ha esteso tutte le misure in vigore, come l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi. Lo scopo della proroga dello “Stato di emergenza” è, perciò, quello di consentire al Governo di varare misure urgenti, come i DPCM, senza passare per il Parlamento. La proroga, inoltre, consente alla Protezione Civile di acquistare mascherine o forniture mediche di altro tipo, senza procedure di gara o concorsi.

MONITORAGGIO CONTAGI E FOCOLAI – Il monitoraggio settimanale di nuovi contagi e focolai, effettuato dal Ministero della Salute sulla base dei dati forniti dalle Regioni, sarà aggiornato per tutta la durata dello “Stato di emergenza”. Si tratta di un quadro di situazione, che tiene conto di 21 indicatori e calcola l’indice di trasmissione del Coronavirus (il cosiddetto “Rt”) sulla base del numero dei nuovi contagi, dei guariti, dei deceduti, ma anche analizzando la tenuta delle strutture sanitarie, dei posti liberi nei “reparti Covid” e quelli delle terapie intensive.

Il monitoraggio consente anche di gestire i focolai, e di modulare le aperture e le chiusure di alcune aree del Paese. Serve, poi, ad adottare misure particolari in quelle zone, prime fra tutte quelle della “movida” nei locali, dove più alto è il rischio che si possa registrare un aumento dei casi positivi. Nel caso di una seconda ondata di Covid-19, infine, la proroga dello “Stato di emergenza” permetterà di reperire posti letto in strutture diverse dagli ospedali, ad esempio le caserme o gli alberghi.

SCUOLE – La proroga permette di acquistare mascherine, gel disinfettanti, banchi singoli con appalti agevolati, in modo da rendere le forniture più rapide ed efficienti. Dell’acquisto, oggi, è incaricato il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, in queste settimane alle prese con i bandi di gara. Il provvedimento, quindi, permetterà di acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola, il 14 settembre. Non è ancora chiaro, invece, cosa cambierà per i concorsi pubblici, che potrebbero svolgersi anche telematicamente.

SMART-WORKING – I dipendenti pubblici e privati potranno ricorrere allo smart-working, fino al termine dello “Stato di emergenza”. Le modalità saranno concordate con l’azienda: alcune lo hanno prorogato fino a settembre; altre lo hanno lasciato come una possibilità per i propri dipendenti, su base volontaria. La scelta di far lavorare i propri dipendenti da casa, necessaria per evitare rischi di contagio, dovrà essere, però, rivista quando si tornerà alla situazione ordinaria. I dipendenti della pubblica amministrazione, invece, grazie a una norma contenuta nel “decreto Rilancio”, potranno continuare a lavorare “da remoto” fino al 31 dicembre (ma saranno i singoli dirigenti degli enti a decidere).

NESSUN NUOVO “LOCKDOWN” – “Stato di emergenza” non significa automaticamente che ci sarà un nuovo “lockdown”. Prorogare lo “Stato di emergenza” vuol dire conservare i poteri eccezionali che il Governo ha avuto in questi mesi, come quello di istituire zone rosse e limiti alla circolazione, in caso di peggioramento della curva epidemiologica. Un “nuovo lockdown” sarebbe necessario soltanto se il numero dei contagi salisse, in quantità tale da mettere a rischio la salute pubblica e compromettere il funzionamento degli ospedali.

STOP AGLI INGRESSI DA PAESI A RISCHIO – Lo “Stato di emergenza” consente, per motivi sanitari, anche di bloccare i voli da e per gli Stati ritenuti a rischio, oppure di limitare gli ingressi in alcuni Paesi (oppure provenienti da essi). In questo momento, non può entrare in Italia chi proviene (o è transitato) da 16 Paesi (tra cui Brasile, Bangladesh e Serbia): lo ha deciso il Ministro della Salute Roberto Speranza, con due ordinanze firmate a distanza di pochi giorni. Lo “Stato di emergenza” consente, inoltre, di bloccare i voli da e per gli Stati che sono ritenuti a rischio, oppure di individuare persone di nazionalità che non sono ammesse in Italia. 

ZONE ROSSE E NAVI IN QUARANTENA – Durante lo “Stato di emergenza”, si possono istituire nuove “zone rosse” (confinate e chiuse agli scambi con l’esterno), con divieti rigidi e controlli rafforzati. La proroga cadrebbe nel periodo autunnale, consentendo, tra l’altro, di agire rapidamente, in caso di aumento dei contagi o di un’eventuale seconda ondata della pandemia. Anche tutte le scelte collegate alla situazione dei migranti (quarantene, tamponi) sono velocizzate e snellite, nello “Stato emergenziale”: ad esempio, il reperimento di una nave da 1.000 posti, nella quale far trascorrere, a chi sbarca, un periodo di isolamento.

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