Elezioni Regionali, tornano a farsi sentire gli effetti della ormai famosa cena di Acquasanta, tenutasi lo scorso autunno il 29 ottobre, giorno della Marcia su Roma fascista.
Il giornalista Enrico Mentana, nella giornata di ieri, ha riproposto un articolo scritto a proposito dell’evento a ottobre 2019, dal titolo “Quella cena fascista è illegale. E il sindaco deve dimettersi”. La risposta di Francesco Acquaroli, candidato alle regionali con Fratelli d’Italia, non ha tardato ad arrivare, ribadendo la sua distanza da quell’episodio e da qualsivoglia tipo di nostalgia.
Elezioni Regionali, l’attacco di Mentana
Ecco la didascalia che, sulla pagina Facebook ufficiale di Mentana, accompagna l’articolo apparso su Open nello scorso ottobre:
Avevo linkato questo articolo nell’ottobre scorso. Uno dei principali invitati a quella cena è ora il candidato unico del centro destra per la presidenza della Regione Marche. Non è accettabile. Proprio sulle montagne sopra Ascoli nella fase finale della seconda guerra mondiale rimase nascosta per oltre un anno in un fienile insieme ai genitori e alla sorellina una ragazzina che aveva la colpa di essere ebrea, destinata quindi nelle intenzioni dei nazisti e dei loro vassalli fascisti al campo di sterminio. Dieci anni dopo quella donna mi mise al mondo. Non sarei degno del suo amore se oggi non dicessi che quel candidato è semplicemente impresentabile.
Elezioni Regionali, la risposta di Acquaroli
Francesco Acquaroli ha risposto a Mentana, prendendo le distanze dall’episodio, spiegando che, essendo “passato quando la cena non era ancora iniziata, ho parlato velocemente di infrastrutture e ricostruzione e sono andato via. […] Non essendomi mai seduto, non ho visto il ridicolo menu che qualche residuato fuori dal tempo aveva deciso di mettere sul tavolo, ma una volta appresa la notizia ho immediatamente preso le distanze. Gli argomenti da me trattati ad Acquasanta in ogni occasione sia stato presente sul territorio sono legati alla ricostruzione post sisma e ai numerosi interventi parlamentari in sostegno della mia regione. Sfido chiunque a trovare un solo mio atto istituzionale in 21 anni di attività politica da consigliere comunale, regionale, sindaco e parlamentare in qualsiasi modo accostabile a fascismo o razzismo. Chiunque oggi provasse a diffondere idee antisemite o contrarie al libero confronto democratico mi avrebbe come feroce avversario”.
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