Musei Sistini del Piceno, il 4 luglio, nella chiesa di Sant’Agostino di Ripatransone, si è svolta la riapertura in contemporanea delle 10 sedi dei Musei Sistini del Piceno della Diocesi di San Benedetto del Tronto, Montalto Marche e Ripatransone.
Voluta fortemente dalla direttrice Paola Di Girolami, la cerimonia ha visto la partecipazione di numerose autorità civili e militari del territorio, come il prefetto di Ascoli Rita Stentella, il vice presidente della Regione Marche Anna Casini e tutti i sindaci dei Comuni che hanno una sede museale. Un ringraziamento particolare da parte di Paola di Girolami è andato al consigliere regionale Fabio Urbinati, “non solo perché è sempre presente alle iniziative organizzate dai Musei Sistini del Piceno. Il consigliere Urbinati è fautore di una legge, che sarà discussa a breve, per il quinto centenario della nascita di Sisto V, un evento culturale di grande rilievo, all’interno del quale ha voluto inserire anche un sostegno per i Musei Sistini”.
I Musei Sistini del Piceno sono riaperti in tutti i Comuni dal 5 luglio al 13 settembre.
Musei Sistini del Piceno, il discorso di Mons. Russo
Ecco di seguito parte del discorso di monsignor Stefano Russo, che ha ripercorso le tappe della nascita dei Musei Sistini del Piceno:
“Più volte ho avuto modo di collaborare con i Musei Sistini del Piceno, che grazie alla loro iniziativa originale e attenta al territorio, hanno permesso di arricchirmi durante il mio percorso sacerdotale. E oggi sono qui per complimentarmi per il coraggio che manifestate come comunità cristiana, di impegnarvi a ripopolare questi musei […] E questa è davvero una buona notizia, per i cristiani e per le amministrazioni che investono e sostengono questa formula, permettendo a tutti di scoprire le bellezze straordinarie celate tra le colline del nostro territorio […]
Noi vogliamo che questi luoghi siano frequentati e diventino punti di incontro fra le persone di età, culture, fedi e contesti sociali differenti. I beni culturali sono una ricchezza viva nel nostro tempo, anche per le persone che ci lavorano. I corsi di formazione (che si concludevano con degli esami) che abbiamo istituito nel ’96, coinvolgendo quasi tutte le Diocesi marchigiane facevano sì che i partecipanti acquisissero le conoscenze necessarie ad introdurre il visitatore all’interno di un patrimonio che, se non conosciuto, non permetteva di apprezzare la storia del suo popolo. I Musei Sistini sono un luogo vivo, un’istituzione culturale da cui partono iniziative che permettono di attrarre persone. Durante il mio percorso ho potuto osservare il lavoro svolto nell’ambito della catalogazione dei beni culturali.
Prima tra tutte, la Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto, che lavora su reperti artistici e sull’inventario dei beni bibliotecari. In tutta Italia, dove è stata compresa l’importanza di investire su questi beni, molti giovani si sono avvicinati alle Diocesi e hanno partecipato all’azione di catalogazione, inventario e conservazione, avendo modo di accrescere le loro conoscenze.
I Musei Sistini incarnano la natura del progetto culturale italiano: persone che hanno la possibilità di ampliare le proprie conoscenze tramite la Chiesa, portando un contributo alla nostra nazione”.