Post sisma, il Comune di Arquata del Tronto, le Associazioni e i Comitati presenti sul suo territorio hanno redatto un documento nel quale chiedono al Governo di adottare le misure, attualmente in discussione nel Decreto rilancio, per consentire al Centro Italia terremotato di avviare la ricostruzione, anche economica e sociale.
Il documento si articola in otto proposte principali, essenziali per la ricostruzione edilizia e non solo.
Post sisma, le proposte delle associazioni per la ricostruzione
La prima delle proposte contenute nel documento riguarda il sisma bonus ed ecobonus al 110 per cento anche alle seconde case nel primo cratere, con un’estensione temporale che ne consenta il reale utilizzo: “Il relativo provvedimento, previsto nel decreto per il rilancio dell’economia e tuttora al vaglio del Parlamento, va esteso alle seconde case, che nei nostri territori costituiscono la parte preponderante e sono da sempre vitali per l’economia del territorio. Affinché il provvedimento sia efficace, ne va inoltre prorogata la validità ben al di là del 2022, termine attualmente previsto, perché altrimenti le zone perimetrate non farebbero in tempo a utilizzarlo. È quindi necessario che, per i Comuni che hanno adottato le perimetrazioni, sia garantita l’estensione del sisma bonus almeno fino al 2025/26 o comunque fino all’inizio effettivo della ricostruzione, allo scopo di imprimerle accelerazione e di indirizzarla verso scelte di qualità. Identica considerazione deve valere per la cessione del credito d’imposta, un altro strumento importante che va garantito senza vincoli di tempo o di altro tipo”.
Altra questione affrontata è l’istituzione di un iter semplificato per il finanziamento e la realizzazione delle opere pubbliche e la risoluzione di alcune criticità dell’ordinanza 100:”Nel caso particolare del Comune di Arquata del Tronto, il cui archivio è stato distrutto a causa dei crolli provocati dagli eventi sismici iniziati a far data dal 24/08/2016, risulta quasi impossibile definire la conformità urbanistica edilizia per la maggior parte dei progetti di ricostruzione/riparazione post sisma, salvo quanto consultabile in una esigua quantità di materiale recuperato tra le macerie”. Le soluzioni di modifica dell’ordinanza sono due: “che l’attestazione di conformità urbanistica dell’intervento venga derivata dai soli atti comunali, dalle planimetrie catastali quando presenti e dalle dichiarazioni sostitutive dei proprietari e di escludere il ricorso alla Conferenza Regionale per il solo parere di conformità urbanistica edilizia che risulta esclusivamente di competenza Comunale”.
Bisogna, quindi, procedere allo sblocco della rimozione macerie o almeno accelerare il percorso in maniera significativa e, per quel che riguarda le disposizioni in materia di trattamento e trasporto del materiale derivante da interventi di demolizione e/o ricostruzione privata, “al fine di ridurre i costi di smaltimento e trasporto a pubbliche discariche autorizzate poste a notevole distanza dal territorio comunale, si chiede modifica normativa per poter conferire il materiale nei depositi temporanei presenti nel territorio comunale (Pescara del Tronto)”.
Le richieste di aiuto al tessuto sociale
Nel documento si chiede, poi, l’istituzione di una zona a fiscalità privilegiata per il primo cratere: “si può pensare, a titolo di esempio, agli sgravi per erogatori di carburante, come avvenne in Friuli, e a norme di defiscalizzazione per chi delocalizza, anche in parte, nei nostri territori”, ricordando che, a tal proposito, “la disponibilità della fibra è un elemento fondamentale”. Attenzione va posta, tuttavia, anche alla valorizzazione dell’antica vocazione dei luoghi e, in un territorio come quello arquatano, delle vie dei monasteri e dei percorsi religiosi: “vanno considerati l’ampliamento e il sostegno delle attività artigianali di trasformazione alimentare delle produzioni locali (funghi, tartufi, marroni, latticini, salumi), collegate con organizzazioni di commercializzazione. Il turismo, da sempre la risorsa per eccellenza del nostro Appennino, è ovviamente un patrimonio da valorizzare individuando e sviluppando il brand dell’offerta che deve mirare a valorizzare l’ambiente e lo sviluppo delle attività sportive (escursionismo, parapendio, trekking, passeggiate a cavallo, cicloturismo, sport invernali)”.
Occorre, dunque, procedere alla stabilizzazione per i tempi determinati assunti con i fondi del terremoto: “La grandissima parte dei progetti di ricostruzione sarà presentata nei prossimi mesi, con un impegno temporale dei dipendenti assunti per la ricostruzione stimato dai tre ai cinque anni. Alcuni di questi hanno già svolto tre anni di servizio e quindi va loro garantita una procedura di stabilizzazione. Per il personale assunto più di recente che ha accettano di operare nel Comune va comunque garantito, in deroga alle disposizioni vigenti, un contratto di durata più lunga di almeno cinque anni e cioè fino al 2025, in modo da evitare il ricorso a conferme di anno in anno”.
Infine, si interpella la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche per l’emanazione di linee guida sulla ricostruzione: “Il Comune di Arquata del Tronto ha inviato già da qualche mese alla Sabap Marche una proposta di linee guida da condividere, allo scopo di rendere migliore la ricostruzione e più snella l’approvazione dei progetti. È opportuno che il Commissario coordini con la Soprintendenza, utilizzando anche il materiale elaborato dal Comune, l’emanazione di linee guida condivise con i vari Enti coinvolti”.