Cgil Cisl e Uil delle Marche sottolineano la grave difficoltà in cui versano migliaia di lavoratori della regione in relazione ai ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori sociali per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
“Nonostante l’efficace lavoro svolto dall’Inps, dalla Regione e dall’Ebam che hanno elaborato migliaia di pratiche in poche settimane, sono emersi con drammatica evidenza tutti i limiti di un sistema farraginoso e differenziato a seconda dei settori e delle tipologia di impresa, nonché dei soggetti che usufruiscono di tali strumenti”, scrivono le segreterie dei sindacati regionali.
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La situazione della cassa integrazione nelle Marche
Nelle Marche sono circa 200 mila le persone coinvolte nei mesi di marzo e aprile, con una differenza: mentre per quanto riguarda la Cassa Ordinaria le quasi 11 mila domande sul territorio regionale sono in via di autorizzazione completa da parte dell’Inps e molti lavoratori hanno ricevuto o stanno ricevendo in questi giorni i pagamenti diretti per i mesi di marzo e aprile, per quanto concerne la Cassa in deroga (circa 14 mila domande per 39 mila lavoratori), “si registra ancora un ritardo nei pagamenti sopratutto del mese di aprile, dovuti al mancato trasferimento delle risorse all’Inps regionale da parte del Governo, risorse tra l’altro già stanziate nel DL Cura Italia e rafforzate con un ulteriore stanziamenti di 2,7 miliardi di euro nel DL Rilancio”, scrivono i sindacati marchigiani.
La stessa situazione riguarda i pagamenti di FSBA che interessa le imprese artigiane ed i loro lavoratori (10 mila domande per 43 mila addetti), pagamenti che al momento hanno quasi per intero soddisfatto il mese di marzo ma non ancora iniziati per la copertura dell’assegno ordinario relativo al mese di aprile. Anche in questo caso le lungaggini stanno ritardando il trasferimento delle risorse stanziate nel DL rilancio (1,1 mld) e mettendo in grande difficoltà le famiglie dei lavoratori del comparto artigiano.
La realtà più difficile è vissuta dai lavoratori in attesa del pagamento del FIS per i mesi di marzo ed aprile, oltre 50 mila nella regione. “Tale condizione, dovuta a un blocco delle risorse nazionali nel trasferimento all’Inps regionale è ulteriormente aggravata dal fatto che i settori più interessati al pagamento di questo ammortizzatore sono quelli che spesso impiegano lavoratori part-time, con retribuzioni basse e privi delle tutele economiche e normative necessarie, quindi già più vulnerabili”, concludono i sindacati.
L’impegno di Cgil, Cisl e Uil
Cgil, Cisl e Uil sono impegnate a livello nazionale affinché siano accelerati i tempi di pagamento e se le richieste non dovessero essere accolte dal Governo e dall’INPS nazionale e la situazione non dovesse risolversi, si dovranno considerare forme di mobilitazione, come affermano Giuseppe Santarelli, Cristiana Ilari e Graziano Fioretti, per Cgil, Cisl e Uil delle Marche: “Siamo consapevoli delle difficoltà strutturali ma la situazione di molti lavoratori e lavoratrici è davvero drammatica, considerando poi che siamo ormai alla fine di maggio e molti di loro sono ancora interessati dall’utilizzo di ammortizzatori che nel frattempo sono stati prolungati, fino al 31 agosto di ulteriori 5 settimane che si andranno a sommare alle già concesse 9 settimane. In un momento così delicato per il nostro Paese, non è ammissibile che il tempo della burocrazia metta a rischio il reddito e le condizioni di vita dei lavoratori con l’effetto collaterale di compromettere anche il lavoro svolto dall’Inps delle Marche. In tanti sono allo stremo e vediamo fortemente a rischio la tenuta sociale del nostro territorio per questo vogliamo far sentire con forza la voce di chi sembra essere stato dimenticato”.
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