Giovedì 14 maggio si svolge una giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, che coinvolge tutte le religioni del mondo, per chiedere la liberazione dalla pandemia di Coronavirus. Si tratta di una preghiera universale e interreligiosa, un’invocazione per aiutare l’umanità a debellare il virus. L’iniziativa è stata organizzata dall’Alto Comitato per la fratellanza umana, composto dai capi religiosi che si ispirano al “Documento sulla fratellanza umana”, firmato da Papa Francesco e dall’Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019.
Giovedì 14 maggio preghiera universale e interreligiosa, per la fine della pandemia
L’Alto Comitato per la fratellanza umana (presieduto dal Card. Miguel Angel Ayuso Guixo, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso) ha proposto di “rivolgersi a Dio ad una sola voce, perché preservi l’umanità, la aiuti a superare la pandemia”.
“Il nostro mondo affronta oggi un grave pericolo – è scritto nell’appello dell’Alto Comitato per la fratellanza umana – che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il Pianeta, ossia la rapida diffusione del Coronavirus. Mentre confermiamo l’importanza del ruolo dei medici e quello della ricerca scientifica nell’affrontare questa epidemia, non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale grave crisi”.
Il Comitato ha invitato tutte le persone “a rivolgersi a Dio pregando, supplicando e facendo digiuno, a seconda della religione, fede o dottrina, perché Egli aiuti gli scienziati a trovare una medicina che sconfigga la pandemia, e perché Egli liberi il mondo dalle conseguenze sanitarie, economiche e umanitarie della diffusione di tale grave contagio”.
In questi tempi, sconvolti da un nemico invisibile (come il virus), sono necessarie convergenze fra credenti, non credenti, cristiani delle varie confessioni, ebrei, islamici, buddhisti, confuciani, induisti, taoisti, scintoisti giapponesi e animisti africani. Papa Francesco, uno dei leader spirituali più inclini al dialogo interreligioso, ha spronato tutte le religioni a riporre ogni fiducia in Dio, che ha a cuore le sorti di ogni creatura umana.
