Fase 2, il Soccorso Alpino delle Marche ha lanciato un appello agli appassionati di montagna: bisogna ripartire con calma e responsabilità, evitando in montagna attività ad alto rischio. Infatti, eventuali incidenti in montagna (o in grotta), oltre ad aumentare il carico di lavoro degli ospedali e del personale sanitario, metterebbero in difficoltà i soccorritori e l’infortunato stesso in questo particolare momento: in caso di intervento, il C.N.S.A.S. è tenuto a rispettare tutti i protocolli per la gestione dell’emergenza epidemiologica da coronavirus, con allungamento significativo dei tempi d’intervento.
Per quanto concerne lo sport, la Regione ha chiarito che è consentito lo spostamento individuale per attività motoria e attività all’aria aperta, anche con bicicletta, unità da diporto o altro mezzo, con divieto di assembramenti e con l’obbligo di rispetto della distanza di due metri dalle persone (ad eccezione dei conviventi), salvo quelle accompagnate in quanto minori o non autosufficienti utilizzando mascherine e guanti o garantendo l’igiene con idoneo liquido igienizzante.
Ricordiamo che attività ludiche e ricreative, anche se all’aperto, non sono per ora consentite: quindi niente pic-nic e niente campeggio. Per questo occorrerà aspettare ancora.
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Fase 2 e montagna, dove andare
Le attività motorie sportive svolte in maniera individuale sono dunque consentite nella propria regione, sempre nel rispetto delle norme di precauzione del distanziamento sociale e dell’utilizzo dei DPI per quanto applicabili. L’escursionista dovrà ricordarsi di tenere la mascherina a portata di mano, in modo tale da indossarla tempestivamente in caso di incontro con altre persone.
Tuttavia, il via libera dovrà essere accompagnato da buon senso: dopo mesi di inattività (e di mancata manutenzione dei sentieri), possiamo approfittare delle prossime settimane non solo per godere un po’ della primavera, esplosa durante la nostra quarantena, ma per rimetterci in forma andando a correre, in bicicletta o facendo passeggiate in campagna, montagna o al mare.
Il consiglio è di frequentare luoghi meno conosciuti, quindi probabilmente meno affollati, magari di media montagna o collina, in modo tale da ridurre al minimo il rischio di creare assembramenti (specie nei nostri territori ce ne sono parecchi!). Ricominciare, insomma, con lentezza, con percorsi semplici (se si usa una guida, per i percorsi di montagna, quelli più semplici sono classificati come T, cioè Turistici), non troppo lunghi e preferibilmente già effettuati in passato, dove dunque il rischio di perdersi o di incorrere in altri imprevisti è ridotto al minimo. Infine, oltre ad evitare, al solito, di toccarsi il viso con le mani, occorre stare attenti a non condividere borracce o cibo e, per quanto possibile, non toccare oggetti usati da altri, facendo le solite valutazioni su meteo, abbigliamento, attrezzatura e capacità personali. Importante anche ricordare di non utilizzare i bivacchi di proprietà delle sezione Cai, perché sono spazi esigui e non sanificati.
Se si va da soli, è importante condividere con qualcuno la propria destinazione e un approssimativo orario di rientro.
Chiosano, in un comunicato congiunto, le sezioni Cai marchigiane, ricordando che le attività sociali sono temporaneamente sospese: “chi frequenta la montagna sa bene che è proprio in discesa che bisogna fare maggiore attenzione!”.
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