Ascoli Piceno, a seguito dei due avvisi per buoni spesa a favore di soggetti colpiti dalla situazione economica determinatasi per effetto dell’emergenza Covid–19, utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari o prodotti di prima necessità, il Gruppo consiliare Insieme a Fioravanti per Ascoli ha proposto di destinare le somme residue risultanti dal secondo avviso per i buoni spesa a favore delle esigenze di famiglie con figli d’età dai 0 ai 3 anni.
“L’Amministrazione Comunale di Ascoli intende sostenere le giovani coppie e le famiglie con figli in tenera età, per rendere sempre di più Ascoli città accogliente per chi si accinga a scegliere dove vivere nel momento in cui costruisce una nuova famiglia e per favorire la presenza di giovani che ricevano l’educazione scolastica e la formazione in città, diventando futuri consapevoli cittadini ascolani. Ciò deve attuarsi con politiche giovanili di medio e lungo periodo; ma oggi a queste famiglie serve sostegno immediato per fronteggiare l’imprevedibile attuale emergenza economica, che ha sorpreso tutti.”, spiegano Alessandro Filiaggi, Luca Cappelli e Micaela Girardi di Insieme a Fioravanti per Ascoli.
Insieme a Fioravanti per Ascoli, la mozione del Gruppo
“Come Gruppo consiliare abbiamo presentato una mozione per chiedere che l’Amministrazione Comunale con urgenza destini le economie risultanti dal secondo avviso relativo ai buoni spesa Covid-19, ovvero in ogni caso destini specifiche risorse di bilancio destinate al post Covid-19, in favore delle esigenze della prima infanzia (0–3 anni), affinché i genitori ricevano buoni spesa per acquistare alimenti, pannolini, creme e simili”, scrivono i rappresentanti del Gruppo, proseguendo: “Chiediamo che questi buoni spesa siano riconosciuti a quei nuclei familiari che stanno subendo le più severe conseguenze economiche in seguito all’emergenza epidemiologica. Siamo convinti che debba giungere sin da subito il sostegno della Amministrazione comunale ai genitori che oggi educano le future generazioni di ascolani, con le scuole chiuse, la didattica svolta a distanza e che a causa delle obbligate limitazioni negli spostamenti non possano contare sulle proprie entrate lavorative”.