Legambiente Marche: per il futuro delle aree interne, sarà necessario pensare ad un differente modello di gestione economica e sociale dei territori, puntando sul settore agroalimentare e su forme di turismo lento che valorizzino l’ambiente, come il cicloturismo.
“Crediamo che, subito dopo la fine di questo periodo di emergenza, per il futuro delle aree interne sia necessario progettare e lavorare per un diverso modello di gestione dell’economia e del territorio, che vada verso produzioni ambientalmente sostenibili, in grado di tutelare e valorizzare il carattere identitario dei luoghi, il suolo e la natura. Supportare tutti gli imprenditori che vogliono cogliere l’opportunità di reinventarsi e riposizionarsi sul mercato, attraverso attività produttive non inquinanti e green, che vadano a rivitalizzare l’economia del territorio appenninico e, in generale, delle aree interne, è ora più che mai necessario per arginare la disoccupazione e creare sviluppo sostenibile sul territorio”, scrivono dall’ufficio stampa di Legambiente Marche.
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Legambiente, il futuro delle aree interne
I luoghi dell’entroterra italiano hanno spesso una enorme quantità di risorse naturali – tra cui Enti Parco, Oasi naturali ed Aree protette – non sempre valorizzate al meglio o comunque con strumenti non del tutto efficaci, e grandi potenzialità per il sistema agroalimentare. Tutte risorse che, secondo Legambiente, se adeguatamente sfruttate, anche grazie alle possibilità date da conversione energetica e digitalizzazione, possono contribuire alla rinascita di tali aree.
“Le aree interne, che dispongono di importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali) e culturali (beni archeologici, storici, abbazie, piccoli musei), per ripartire al meglio ed evitare lo spopolamento definitivo, necessitano, dunque, di una strategia integrata, che metta assieme industrie ed economia circolare, valorizzazione delle risorse naturali, mobilità sostenibile, cicloturismo, attivazione delle filiere delle energie rinnovabili e digitalizzazione.”
Legambiente: puntare sul cicloturismo
“Un altro ruolo centrale per le aree rurali e montane, inoltre, lo ricoprono mobilità e turismo, che dovranno essere necessariamente rimodulati in maniera sempre più sinergica. In questo senso, ad esempio, è necessario investire con forza nel settore cicloturistico, come sottolinea il rapporto primo rapporto Cicloturismo e cicloturisti in Italia realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente. Secondo il rapporto, i cicloturisti in Italia sono aumentati del 41% in cinque anni, dal 2013 al 2018, e oggi generano un valore economico pari a 7,6 miliardi di euro all’anno. Per questo, un turismo slow, rispettoso dell’ambiente, che vede nella bicicletta il mezzo più indicato, potrà essere davvero vantaggioso, soprattutto se pensiamo ad un prossimo futuro fatto anche di distanziamento sociale. Ma per poter concretizzare il progetto ambizioso di attrarre turisti che amano spostarsi su due ruote sono necessari ulteriori investimenti e bisogna qualificare e innovare il settore della ricezione turistica diffuso lungo tutta la regione”, precisa Legambiente.