Emergenza Coronavirus, il mondo dello spettacolo, a causa delle chiusure e delle sospensioni, è in forte crisi.
Dalle stime, il 90% dei lavoratori dello spettacolo, dell’intrattenimento e della cultura è attualmente fermo, con quindi circa 300 mila persone in tutta Italia a casa. Ad accusare particolarmente il colpo è il settore teatrale, che coinvolge un’ampia platea di lavoratori: dagli scenografici ai tecnici, dai sarti ai truccatori fino a tutti i ballerini e attori.
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Emergenza Coronavirus, le condizioni del settore teatrale
Il coronavirus ha sospeso attività ludiche di tutti i tipi tra cui, ovviamente, quelle teatrali. Cinema e teatri, si vocifera, non riapriranno in estate, forse si parlerà di una loro riapertura nel prossimo periodo natalizio, essendo luoghi di aggregazione che implicano stretto contatto di persone, spesso sconosciute tra di loro. In più, ricordiamo anche che l’età media dei frequentatori dei teatri si aggira intorno ai 60/65 anni.
L’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) aveva stimato una perdita di 10 milioni di euro a causa della cancellazione di 7.400 spettacoli teatrali a inizio marzo, quando non era tutto il paese ad essere bloccato ma solo alcune regioni al nord. Ad oggi, sembrerebbe che le perdite siano di 20 milioni a settimana, per un totale di 150 milioni di euro dall’inizio dell’emergenza, cifra purtroppo destinata ad aumentare.
Come cambierà il settore dello spettacolo
A seguito dell’emergenza dovremo sicuramente ripensare il nostro modo di andare al cinema, a teatro, o di seguire un concerto.
Sebbene ancora non esistano precise direttive governative, necessità principale per qualche tempo rimarrà quella di evitare massicci assembramenti di persone, perciò le ipotesi di ingressi ridotti e scaglionati, magari regolati alfabeticamente o per fasce orarie, sembra sicuramente plausibile.
Forse anche le attività streaming – per ora per la maggior parte gratuite – accompagneranno il settore culturale nel futuro, ma è impensabile sostituire la fruizione in presenza di uno spettacolo con quella online, come non è possibile che tutte le attività telematiche, qualora proseguano, rimangano gratuite.
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