Piero Celani, duro attacco del vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche alla gestione dell’emergenza coronavirus da parte del governo Conte.
Il Paese, a detta di Celani, è sul lastrico, da due mesi in quarantena con le industrie ferme e soffocato dalla burocrazia: “Italia, modello da imitare per tutti i Paesi del mondo, aveva messo in campo il meglio della sua produzione legislativa. In appena 45 giorni il prof. Conte e il suo Governo avevano varato: 6 tra leggi e decreti legge, 2 delibere del consiglio dei ministri, 10 decreti del presidente del consiglio dei ministri, 19 ordinanze del capo dipartimento della protezione civile, un protocollo, una ordinanza del ministero della salute e due direttive del ministero della pubblica amministrazione. In tutto qualcosa come 277 tra articoli di legge e disposizioni varie, una montagna di oltre 300 pagine. Il tutto, ovviamente, in burocratese stretto: una delle lingue più difficili al mondo”, scrive ironicamente.
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Piero Celani: l’Italia sta vacillando
La stoccata di Celani continua, e si dirige anche verso l’Unione Europea e le misure messe in campo dal Decreto Cura-Italia: “Anche da Bruxelles la potenza di fuoco del Governo e la dialettica di Conte e Gualtieri avevano ottenuto lo scopo. Miliardi e miliardi di euro annunciati, ma in arrivo su un binario morto. Qualcuno però disse che ancora non erano arrivati i 600 euro, qualcuno però disse che il buono spesa non bastava, e che la cassa integrazione non sarebbe stata pagata prima di giugno”.
“Ed ora dopo l’annuncio sul balcone di Palazzo Chigi che era stata eliminata la povertà, potremo salutare anche il raggiungimento di un altro obiettivo grillino: la decrescita felice. Intanto il Covid non verrà fermato dalla tracimazione dei DPCM e dalle conferenze stampa a base di annunci, ma verrà fermato per sempre il motore del Paese”, conclude ironico Celani.
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