Emergenza Coronavirus, per la Cna di Ascoli Piceno, con le dovute cautele e il massimo dell’attenzione sia per i cittadini che per i lavoratori, dopo la pausa di Pasqua è fondamentale programmare una graduale ripartenza delle attività produttive.
“I dati elaborati dal Centro studi della Cna delle Marche per la nostra provincia fra gennaio e febbraio indicavano un ulteriore calo delle imprese artigiane. Ma con settori in tenuta, se non in ripresa, e con un dato incoraggiante riguardo l’occupazione. Questo al primo di marzo. Ciò che è accaduto dopo e sta accadendo tuttora non ha bisogno di particolari spiegazioni aggiuntive. Alcune attività hanno mantenuto la produttività perché ritenute vitali per la comunità. Da dopo Pasqua il Governo deve pensare a una nuova graduale ripartenza anche per altre attività, strategiche non meno delle altre per il sistema produttivo Piceno e per la sua tenuta e competitività”, spiega Francesco Balloni, direttore della Cna Picena.
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Emergenza Coronavirus, le necessità secondo la Cna
Per la Cna di Ascoli Piceno ci sono filiere produttive e commerciali di beni che non possono essere sottratti ai consumi per periodi prolungati. Adesso è importante che si riaprono alcune maglie e ampliare progressivamente i codici Ateco ammessi alla produzione, a cominciare dai cantieri edili che per il Piceno hanno una doppia valenza, di ripresa generale e di prosecuzione del recupero post sisma.
Tutto il comparto della produzione e in particolare della moda ha, per le caratteristiche del settore, tempi di recupero già di per sé non rapidissimi. “Ci dovremo adattare a forme di relazione sociale, di lavoro e di consumi diverse e forse meno frenetiche. Questo però non vuol dire restare fermi, per tutte le imprese e soprattutto per quei settori che già in periodo pre-Covid19 hanno dimostrato criticità e fragilità”, aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno.
“Tutto questo cogliendo le opportunità offerte dal nuovo decreto. Come Cna abbiamo un obiettivo chiaro e concreto: avere uno strumento che, nella messa a punto che spetta al Governo, non sia in primis troppo ed esclusivamente dipendente dalle banche e, a seguire, che non vanifichi la validità degli interventi per colpa di lungaggini burocratiche. Piccole e piccolissime imprese avevano bisogno di liquidità già da ieri. Quindi non gli serve averla domani o dopodomani. Gli serve ora, adesso e subito”, conclude Balloni.
Cna Ascoli, l’andamento economico provinciale prima del Coronavirus
Secondo i dati più recenti di Infocamere (relativi al mese di febbraio 2020) le imprese attive della provincia sono diminuite di numero tra febbraio 2019 e febbraio 2020 (-272 unità) allo stesso ritmo del Paese (-1,3%). Tra i settori principali, sono calate soprattutto le attività manifatturiere (-2%), le costruzioni (-2,5%), il commercio (-2,6%) e i trasporti (-3,1%). “Tengono” le attività dei servizi di alloggio e ristorazione della provincia (-0,5%) mentre in Italia aumentano (+0,2%). Sono, invece, cresciute di numero nella provincia soprattutto le imprese delle attività immobiliari (+2,2%) e delle attività professionali scientifiche e tecniche (+3,5%).
Nella provincia il 2019 ha portato ad una crescita degli occupati (+1,0%) in controtendenza con la (lieve) diminuzione registrata nella regione (-0,3%). Dal lato della composizione degli occupati, l’aumento della provincia è stato più marcato in agricoltura (+28,6%) e poi nelle costruzioni (+15%); gli occupati sono invece diminuiti nel manifatturiero (-3,5%) e sono risultati sostanzialmente stabili nel terziario (+0,1%). La crescita degli occupati nelle costruzioni è in controtendenza con il dato regionale e con quello nazionale.
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