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Emergenza Coronavirus, nella giornata del 7 aprile è stato registrato il più basso incremento dal 10 marzo: 880 casi in 24 ore, stando al bollettino della Protezione Civile.

Ieri sera, il Ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto su La7 alla trasmissione Di Martedì, invitando gli italiani a non abbassare la guardia, anche se è stata registrata una buona notizia: l’indice di R con zero si aggira poco sotto all’1. “Io penso che in questo momento l’atteggiamenti giusto sia duplice: iniziare a programmare il domani – e noi ci stiamo lavorando da giorni – ma nel frattempo non abbassare la guardia neanche per un istante, non dobbiamo farci illusioni”.

“La situazione è e resta molto seria, non la possiamo certamente sottovalutare. I dati non possono essere letti in un solo giorno ma vanno analizzati in un arco di tempo più lungo”, tuttavia, grazie alle norme restrittive messe in campo “i sacrifici stanno iniziando a dare qualche primo risultato: c’è un’oggettiva riduzione della pressione sui pronto soccorso, c’è una prima riduzione dei posti letto in terapia intensiva occupati. La direzione è quella giusta ma guai a pensare che il nemico sia stato sconfitto, siamo ancora nel pieno di questa battaglia, dobbiamo continuare a mantenere atteggiamenti rigorosi e fare tutto ciò che è necessario per contenere il contagio”, ha dichiarato il Ministro della Salute.

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Speranza: buoni risultati ma senza abbassare la guardia

“In questo momento l’arma che abbiamo in mano è il distanziamento sociale e il rispetto delle regole, perché al momento non ci sono certezze né di terapie né di vaccini” ha specificato su La7 Speranza ieri sera.

Sappiamo che l’obiettivo, il cui raggiungimento potrebbe farci entrare nella cosiddetta Fase 2 di convivenza con il virus, è di abbassare il fattore R con 0 sotto l’1: arrivare cioè ad ottenere che una persona contagiata ne infetti meno di una. In questo momento, Speranza fa sapere che, secondo il Comitato Tecnico Scientifico, “è molto probabile che siamo sotto il dato 1. Risultato straordinario, se si pensa che solo poche settimane fa eravamo oltre il 3 e in alcune aree del paese siamo arrivati addirittura al 4 [ogni persona contagiata ne infettava 3 o 4 quindi], quindi c’era una moltiplicazione di tipo esponenziale e la curva cresceva in maniera drammatica”. “Oggi essere intorno all’1 o addirittura leggermente sotto l’1” prosegue Speranza, “ci dà la possibilità di iniziare a programmare il futuro”. Ma attenzione all’ottimismo eccessivo: “dobbiamo farlo con i piedi ben piantati per terra, nella consapevolezza che la sfida non è vinta e che dobbiamo continuare a rispettare le regole e a mantenere il massimo del rigore. Basta poco per rovinare il lavoro fatto finora”

Quando inizierà la fase 2?

Quest’anno gli italiani saranno costretti a trascorrere le festività pasquali nelle loro case. Dopo Pasqua, la fase 2 sarà una fase “in cui dovremo convivere con il virus, perché il virus non sparirà”. Sicuramente, sarà necessario cambiare totalmente l’organizzazione della nostra vita, sociale e lavorativa. Ci vorrà ovviamente del tempo e “tantissima gradualità” prima di uscire dalla fase di blocco di alcune attività.

Intanto iniziano a circolare alcune date, si vocifera che si inizierà a pensare alle riaperture delle aziende da dopo Pasqua e a lasciare le persone più libere di circolare dal 4 maggio, dopo il finesettimana della festa dei lavoratori. “Io credo che sia prematuro dare date. Partiremo dalle cose più essenziali per la ripresa, quindi le attività produttive, abbiamo bisogno di capire come costruire modalità organizzative che permettano alle nostre aziende di programmare in sicurezza il futuro. Poi, poco alla volta, col massimo di gradualità e senza bruciare le tappe, costruiremo modalità che coinvolgeranno anche le persone non direttamente impegnate in queste attività produttive”, ha dichiarato Speranza, facendo presente che ci sono paesi che hanno riaperto prematuramente e dopo pochi giorni sono stati costretti a richiudere, come Hong Kong e altre aree della Cina. “Non dobbiamo sprecare il vantaggio che abbiamo ora accumulato e quindi dobbiamo seguire con grande attenzione un principio di prudenza e cautela”.

“Aver vinto la battaglia sanitaria sarà una premessa per il rilancio del nostro paese, mettendo al centro il lavoro come questione fondamentale”, ha concluso il Ministro.

Post emergenza, le sfide sanitarie

“Sul piano delle sfide sanitarie dovremo puntare a rafforzare il più possibile i servizi sanitari territoriali, i servizi domiciliari, i servizi di prossimità: se c’è un caso positivo occorre trovarlo immediatamente ed isolarlo”, insomma la velocità nella gestione postemergenziale sarà un fattore fondamentale. Speranza auspica anche la creazione di ospedali specializzati nella cura e nel trattamento del Covid-19: “l’ospedale misto può diventare un luogo pericoloso”.

Altri due punti essenziali: “Una campagna importante di testing, che abbiamo già avviato, e una campagna di test sierologici che ci consenta di valutare l’impatto del virus nel nostro paese; da ultimo, l’utilizzo delle nuove tecnologie”. Da qui a poco, infatti, verrà lanciata una nuova app “che ci consenta di essere più veloce nella capacità di tracciare i positivi”. Questa è la programmazione per la fase 2.

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