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Il Governo con il Decreto Cura Italia ha deciso di prolungare ancora per qualche giorno, fino all’11 Maggio, il termine che riguarda il rinvio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti in tutti gli uffici giudiziari su tutto il territorio nazionale, per garantire la sicurezza anche all’interno dei tribunali e degli uffici delle cancellerie.

Inoltre si comincia a pensare alla fase 2 che  per adesso è fino al 30 giugno, in cui i capi degli uffici dovranno evitare l’affollamento e gli assembramenti con l’adozione di misure che vanno dalla limitazione degli orari di apertura al rinvio delle udienze.

Nuovo fermo previsto dal Decreto Cura Italia per le udienze e le attività degli uffici giudiziari

L’effetto dell’emergenza Coronavirus si fa sentire anche nel settore della giustizia. Le ultime novità infatti riguardano la sospensione di tutte le attività che riguardano le udienze su tutto il territorio nazionale, prevista dal Decreto Cura Italia, che prima era  fino al 15 Aprile, per poi essere prorogata all’11 Maggio, salvo per i procedimenti urgenti, per garantire le distanze di sicurezza anche all’interno dei tribunali e delle cancellerie.

Come si legge dal testo stesso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, “il  decreto prevede, lo spostamento, dal 15 aprile all’11 maggio, del termine concernente il rinvio d’ufficio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari, nonché la sospensione del decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali (indagini preliminari, adozione di provvedimenti giudiziari e deposito della loro motivazione, proposizione degli atti introduttivi del giudizio e dei procedimenti esecutivi, impugnazioni e, in genere, tutti i termini procedurali). Si intendono altresì sospesi, per la stessa durata, i termini per la notifica del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tributarie”.

Le procedure interessate sono quelle che riguardano sia la materia civile e penale che tributaria e militare.

Sono esclusi tutti quei procedimenti di assoluta urgenza:

  • cause di competenza del Tribunale dei minori per dichiarazioni di adottabilità e per ogni situazione di grave pregiudizio (per minori non accompagnati o allontanati dalle famiglie),
  • cause relative agli alimenti derivanti da rapporti di parentela, affinità o coniugio,
  • procedimenti cautelari personali,
  • procedimenti in materia di tutori, amministratori di sostegno, interdizione e inabilitazione,
  • procedimenti per accertamenti di trattamenti sanitari obbligatori,
  • richiesta di interruzione della gravidanza,
  • ordini di protezione in situazioni di abusi e maltrattamenti in famiglia,
  • procedimenti di convalida dell’espulsione, allontanamento o trattenimento di cittadini europei ed extracomunitari,
  • Provvedimenti sull’esecuzione provvisoria in appello, ex articoli 351 e 373 del codice di procedura civile;
  • tutti i procedimenti la cui ritardata trattazione può produrre grave pregiudizio alle parti.

“Abbiamo valutato di attuare questa misura, sentiti anche gli addetti ai lavori, per tutelare la salute di tutti gli utenti della giustizia ed essere pronti a ripartire”, ha spiegato il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Il fermo sicuramente provocherà effetti negativi sull’intero sistema giudiziario, di per sè già abbastanza lento; infatti la sospensione determinerà un grande accumulo di cause sospese e lavoro arretrato e anche l’accesso nei vari uffici una volta che si tornerà alla normalità, sarà limitato e porterà sicuramente a dei rallentamenti. Anche gli stessi capi degli uffici dovranno evitare l’affollamento e gli assembramenti con l‘adozione di misure che vanno dalla limitazione degli orari di apertura al rinvio delle udienze.

Per quanto riguarda i procedimenti civili innanzi alla Corte di Cassazione invece, un maxiemendamento dello stesso Decreto,presentato in commissione Bilancio al Senato, prevede  fino al 30 giugno 2020, che  il deposito degli atti e dei documenti da parte degli avvocati possa avvenire in modalità telematica nel rispetto della normativa regolamentare riguardante la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.
 
Infine, lo stesso maxiemendamento, inoltre, potrebbe autorizzare l’assunzione, sempre fino al 30 giugno, nei procedimenti civili e penali non sospesi, delle deliberazioni collegiali in camera dì consiglio mediante collegamenti da remoto. Nel dettaglio, il luogo da cui si collegherebbero i magistrati sarebbe considerato camera di consiglio a tutti gli effetti, secondo la legge.
 
 
 
 
 

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