Coronavirus, il commissario per l’emergenza Coronavirus e capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha dichiarato che la situazione non si risolverà presto, e che probabilmente gli italiani passeranno a casa non solo la Pasqua, ma anche il 25 aprile e il 1 maggio.
La paura per Borrelli è che il Paese assistita ad una seconda e massiccia ondata di contagi, che vada a colpire soprattutto coloro che non hanno contratto il virus in questa prima fase, timore che porta a non sapere niente di preciso sulla data di ripartenza dell’Italia: “Bisogna usare misure forti e precauzionali. Per questo non mi voglio sbilanciare su aperture e modalità”.
“Restare a casa anche il primo maggio? Credo proprio di sì, non è una situazione che si risolverà presto, dovremo essere rigorosissimi e cambieremo anche il nostro approccio con i contatti umani”, ha detto Borrelli ospite di Radio Anch’io. “Il Sud regge ma bisogna assolutamente prudenti, seguire alla lettera le indicazioni che sono state date”, ha aggiunto.
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Borrelli, il punto della situazione Coronavirus
Stamattina, il capo della Protezione Civile, ospite stavolta di Radio Capital, ha commentato l’ultima circolare del Viminale sugli spostamenti ed i comportamenti da tenere onde evitare ed arginare la diffusione dell’epidemia, escludendo totalmente le possibilità di uscita anche per i bambini: “”Bisogna andare avanti con il massimo rigore: anche la circolare non sposta i termini dei comportamenti. Dobbiamo fare attenzione per evitare che la catena dei contagi ci sfugga di mano. L’ora d’aria per i bambini non è consentita”.
Nella stessa trasmissione radiofonica, il commissario per l’emergenza ha detto la sua riguardo la situazione stazionaria in termini di contagi che il Paese sta vivendo: “Questa situazione ci permette di respirare anche soprattutto per quelle che sono le strutture sanitarie, le terapie intensive, i ricoveri, anche il nostro personale sanitario e le strutture soprattutto si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno era sempre più forte e comportava pesanti sacrifici e impegni straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura. Si tratta di una situazione che ci permette di gestire l’emergenza con minore affanno e ovviamente questo perché sono stati posti in essere comportamenti che assolutamente devono permanere”.
Borrelli, rischio di seconda ondata di contagi
Per quel che riguarda il rischio di una seconda ondata di ritorno, Borrelli ha spiegato che c’è la possibilità di contrarre il virus soprattutto per chi non è stato colpito, per cui occorre procedere con il massimo rigore e “bisogna usare misure forti e precauzionali, per questo non voglio sbilanciarmi su aperture e modalità, valutazioni che devono esser fatte con attenzione e soprattutto ci deve essere anche un attento monitoraggio successivo di quello che è l’andamento della diffusione del virus”. Non sappiamo dunque se la Fase 2 auspicata dal governo, quella di convivenza con il Covid-19, partirà il 14 aprile: probabilmente no.
C’è chi ha ipotizzato uno slittamento della seconda fase a tra più di un mese, al 16 maggio: “Se le cose non cambiano, potrebbe essere come potrebbe essere prima o dopo. Oggi siamo in una situazione stazionaria, bisogna vedere. Sicuramente, il 16 maggio è un periodo di tempo lungo. Da qui al 16 maggio potremmo avere risultati positivi che ci consentirebbero di aprire la fase 2”, dichiara Borrelli, sottolineando che la decisione verrà presa dalla commissione tecnico-scientifica di esperti che sta coordinando l’emergenza dall’inizio,
Insomma, passerà del tempo prima che si possa tornare alla normalità; fino a quel momento, è importante non abbassare la guardia e continuare a tenere i comportamenti a cui ci stiamo abituando, limitando il più possibile le uscite da casa, tenendo sempre la distanza dalle altre persone e indossando i giusti dispositivi di protezione individuale, al fine di stabilizzare sempre di più la catena dei contagi.
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