Guido Castelli si era rivolto al presidente della Regione Luca Ceriscioli in merito ai ritardi che l’analisi dei tamponi ad Ascoli sta subendo giorno dopo giorno, nonostante l’annuncio dell’avvio di una campagna di tamponi a tappeto a partire dalla provincia di Ascoli Piceno, auspicando fortemente l’intervento dei laboratori analisi privati per sbloccare la situazione.
Ora Castelli torna ad intervenire sulla questione e pone l’accento sul fatto che la Regione intende dilazionare troppo i tempi di pagamento, fatto insostenibile per molti laboratori privati: “I tempi di pagamento rischiano di compromettere la collaborazione”.
Castelli a Ceriscioli: ricorriamo ai laboratori privati
“Apprendiamo purtroppo che, nonostante l’impegno del dott. Milani, a causa di un problema di reagenti non dipendente dall’Area Vasta 5, i tamponi nella nostra provincia si fanno con il contagocce. Soltanto 1000 tamponi in una settimana sono davvero troppo pochi e giorno perso, rischia di compromettere gli i fragili equilibri che ancora connotano il nostro territorio. Per questo motivo, sulla falsa riga di quanto richiesto dai sindaci del fermano e tenuto conto della normativa regionale e nazionale di settore, credo sia giusto e opportuno valutare il ricorso ai laboratori privati per l’effettuazione del tampone. Già la delibera di Giunta Regionale n.345 dello scorso 16 marzo aveva contemplato questa possibilità e risulta che esistano nella nostra provincia laboratori convenzionati in grado di poter coadiuvare quelli ospedalieri”, aveva scritto Castelli in una nota.
Di contro, Ameli, capogruppo del Pd ascolano, era intervenuto: “Ho appreso con soddisfazione le parole dell’esponente di Fratelli D’Italia Guido Castelli, perché non conoscendo bene la materia o forse perché mal suggerito, ha chiesto alla Regione Marche di attivarsi su una procedura già in essere, ovvero quella relativa alla possibilità di far fare tamponi anche agli altri laboratori analisi. Insomma anche Castelli elogia l’operato del Governatore Ceriscioli e della sua giunta! Infatti, cosa che forse è sfuggita all’esponente politico, la Regione nella scorsa settimana ha chiesto alle associazioni di categoria dei laboratori analisi, la disponibilità ad effettuare i tamponi per il coronavirus, potenziando cosi quanto di buono si sta facendo nel piceno e nelle marche con i tamponi. A seguito della richiesta dell’ente regionale c’è stata una risposta con una disponibilità di ben 12 dei 49 laboratori accreditati presenti sul territorio marchigiano“, aveva scritto ironicamente in una nota.
Castelli: a rischio accordo con i laboratori privati
Sembrava che la decisione di utilizzare i laboratori privati per effettuare tamponi fosse ormai presa: “Quando ormai sembrava raggiunto il risultato, tuttavia, si sono presentati nuovi ostacoli che rischiano di compromettere il risultato auspicato da tutti. La regione, infatti, ha comunicato ai laboratori convenzionati di non poter effettuare il pagamento dei tamponi prima di un anno e cioè a partire da marzo 2021“, ha reso noto Castelli, sottolineando che tale dilazione temporale sta portando alcuni laboratori a tirarsi indietro: “È una tempistica di pagamento difficilmente sostenibile per le aziende che avevano già aderito al progetto e, infatti, ci risulta che alcuni laboratori abbiamo già dato forfait. In un momento così delicato per l’economia italiana è abbastanza surreale che il sistema pubblico chieda agli imprenditori di fare da banca alla Regione per centinaia di migliaia di euro”.
“All’ospedale di Ascoli i tamponi procedono a ritmo di lumaca per mancanza di reagenti e, come è noto a tutti, il distanziamento sociale senza controllo dei soggetti asintomatici rischia di non essere sufficiente. Confido che si trovi un punto di equilibrio tra le esigenze di tutti. La partita in gioco è davvero troppo importante”, conclude l’ex primo cittadino.