Coronavirus, l’attacco di Piero Celani, vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, aveva riguardato la gestione economica connessa all’emergenza sanitaria attualmente in atto in tutto il territorio: “occorrono decisioni forti”. Ora che le decisioni sono arrivate, le sferzate di Celani si dirigono contro il Decreto Cura-Italia.
Secondo Celani, infatti, le misure prese a seguito dello scoppio della pandemia sono state confuse e tardive, accompagnate da insufficienti misure di sostegno economiche. E il Decreto Cura-Italia sembrerebbe inadeguato a fronteggiare l’emergenza.
Di contro, il Segretario del Partito Democratico Marche Giovanni Gostoli aveva posto l’accento sulla necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori e verificare l’applicazione corretta delle norme di sicurezza da parte delle aziende, chiedendo di non dimenticare l’altra emergenza che interessa la regione, ossia quella legata alla ricostruzione posta sisma. In ultima analisi, l’opinione del Partito Democratico sul Decret sembrerebbe sostanzialmente positiva.
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Coronavirus, l’attacco di Celani al Decreto
“Roberto Gualtieri, ministro dell’economia e delle finanze, riflette. Giuseppe Conte, presidente del consiglio dei ministri, riflette.
Tutto si potrà dire di questo governo ma non che non rifletta. Riflettano tutti. E mentre riflettono il Coronavirus si spande e avanza e loro a corrergli dietro con riflessioni che giungono sempre tardi. E quando giungono sono pasticciate e confuse”, scrive ironicamente Celani in una nota inviata ai giornali qualche giorno fa.
L’attacco mosso al Decreto Cura-Italia è duro: “si va dai 500 milioni stanziati per l’Alitalia che secondo il Decreto risentirebbe in maniera massiccia del mancato traffico aereo, ma non era agonizzante da anni anche senza il coronavirus? – scrive ironicamente Celani – alla sospensione per due mesi degli obblighi (ma quali?) per i percettori del reddito di cittadinanza, che continueranno ad avere un sussidio ben superiore ai 600 euro, una tantum, che avranno gli autonomi. Ma non tutti. I 600 euro infatti verranno erogati dall’Inps meno a quanti sono iscritti alla casse previdenziali autonome. Così gli avvocati, i commercialisti, i consulenti del lavoro, i periti, ecc. tutti quelli, insomma che versano i contributi a enti previdenziali diversi dall’Inps non vedranno un bel niente. E le colf? Le badanti? Per loro non c’è nulla. Nemmeno la cassa integrazione in deroga”.
Celani tuona anche contro il capitolo riguardante il rinvio dei versamenti: “E che dire del rinvio dei versamenti previdenziali prorogato di soli 4 giorni? Le imprese che nonostante tutto hanno pagato gli stipendi devono pagare i contributi che lo Stato, graziosamente, proroga di 4 giorni. E ancora, che dire dei versamenti tributari? Entro il 31 maggio gli imprenditori dovranno anticipare il 90%. Ma la domanda è: come si fa a pagare se non si incassa niente? Mistero”.