Smart Working Coronavirus sono ormai le parole più utilizzate nel mondo del lavoro italiano di questi giorni d’emergenza da Covid-19. In Italia ormai se ne parlava sempre più spesso di questa modalità di lavoro che adesso è diventata indispensabile per far andare avanti l’economia del paese e non fermare tutti gli uffici presenti sul territorio.
Ma cos’è questo Smart Working che molti chiamano Lavoro Agile?
Emanuele Madini, Associate Partner di P4I-Partners4Innovation ed esperto di Smart Working ed HR Transformation descrive questa modalità di lavoro come “un modello organizzativo che interviene nel rapporto tra individuo e azienda. Propone autonomia nelle modalità di lavoro a fronte del raggiungimento dei risultati e presuppone il ripensamento intelligente delle modalità con cui si svolgono le attività lavorative anche all’interno degli spazi aziendali, rimuovendo vincoli e modelli inadeguati legati a concetti di postazione fissa, open space e ufficio singolo che mal si sposano con i principi di personalizzazione, flessibilità e virtualità”.
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Smart Working Coronavirus, lavoro a distanza
Altro non è, quindi, che una modalità di lavoro subordinato che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce lo Smart Working significato come “caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Un modello che è diventato più che indispensabile da quando il virus Covid-19 è entrato nel nostro paese allargandosi pian piano a macchia d’olio su tutte le regioni.
Grazie allo Smart Working infatti è possibile continuare a lavorare da casa senza il contatto diretto con i colleghi pur portando avanti le proprie attività lavorative.
“Lo Smart Working non può essere la soluzione per “bloccare” l’epidemia ma, – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano – con l’impegno di tutti, può rappresentare una misura per ridurre rischi, attenuare disagi e contenere gli enormi danni economici e sociali che questa emergenza rischia di causare. I lavoratori, e soprattutto coloro che sono già Smart Workers, devono restituire il credito di fiducia dimostrando autonomia, impegno e senso di responsabilità”.
Decreto SmartWorking
Nello specifico il decreto attuativo n. 6 del 23 febbraio 2020, prevedeva già “la sospensione delle attività lavorative per le imprese […] ad esclusione di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare ovvero in modalità a distanza”.
Elemento ribadito ancora una volta nella Gazzetta Ufficiale in cui si spiega che la decisione presa dalla Presidenza del Consiglio “ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, adottando misure di contrasto e contenimento alla diffusione del predetto virus.”
Il 1° marzo 2020 è arrivato un nuovo Decreto che interviene sulle modalità di accesso allo smart working, confermate successivamente dal Decreto del 4 marzo 2020.
Sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è possibile trovare assistenza e una procedura semplificata per informazioni e caricamento massivo delle comunicazioni di smart working, ai sensi del DPCM del 1° marzo 2020.
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