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Coronavirus, il governo vara una nuova grave misura disponendo la chiusura di tutte le attività commerciali, a eccezione di quelli relativi alla vendita dei beni di prima necessità. “Se i numeri dovessero continuare a crescere, non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. I primi risultati di questi sforzi si vedranno tra qualche settimana, se tutto andrà bene”, ha detto il premier Giuseppe Conte.

Saranno chiusi tutti i negozi tranne quelli per i beni di prima necessità, come farmacie e alimentari. Resta consentita la consegna a domicilio. Le industrie resteranno aperte ma con misure di sicurezza. Saranno garantiti i trasporti e le attività agricole”. 

Chiudono anche i bar, i pub e i ristoranti, restano aperte edicole e tabacchi. Industrie aperte con “misure di sicurezza”. “Garantiti i trasporti, le attività agricole, i servizi bancari, assicurativi e postali“.

A breve la nomina di un commissario delegato alle terapie intensive, con ampi poteri di deroga, per rafforzare soprattutto la produzione e la distribuzione per terapie intensive e sub-intensive e per sopperire alle carenze fin qui registrate. Il nuovo commissario sarà Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, che si coordinerà con Borrelli e la struttura attuale della Protezione Civile.

“Il Paese ha bisogno della disponibilità di 60 milioni di italiani, siamo parte della medesima comunità”.

Coronavirus, tutte le chiusure settore per settore

Si dispone pertanto la chiusura delle seguenti attività:

  • attività commerciali al dettaglio, tranne quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole;
  • centri commerciali e negozi presenti al loro interno non di prima necessità. Rimangono aperte farmacie, parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità;
  • mercati sia su strada che al coperto;
  • medie e grandi strutture di vendita;
  • bar, pub, ristoranti di ogni genere;
  • attività artigianali di servizio come parrucchieri ed estetisti;

Ogni attività svolta con modalità di lavoro agile è consentita.

LEGGI QUI IL DPCM DELL’11 MARZO.

Coronavirus, il decreto del 10 marzo

pubblicato il nuovo decreto Conte che estende a tutta Italia i provvedimenti presi nella notte tra sabato e domenica scorsi alla Lombardia e alle 14 province italiane. “Non ci sarà più una zona rossa, ci sarà tutta l’Italia. Sono costretto a intervenire in modo ancor più deciso per garantire la salute pubblica”, ha detto Conte nella conferenza stampa di ieri sera, lunedì 9 marzo.

Sentiti i presidenti delle Regioni tramite una videoconferenza con la Protezione civile: “tutti hanno condiviso l’estensione della medesima disciplina a tutto il territorio nazionale”. Il nuovo decreto andrà in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale nella notte e sarà effettivo da domani, 10 marzo.

“Oggi è il momento della responsabilità”. Il nuovo decreto è stato sintetizzato dallo stesso premier come la misura #iorestoacasa. “La decisione giusta oggi è di restare a casa. Il futuro dell’Italia è nelle nostre mani. Ognuno deve fare la propria parte”. Dunque si estendono a tutta Italia le misure utili a contrastare la diffusione del Coronavirus in Lombardia e in altre 14 province italiane.

In merito allo sport, il primo ministro ha dichiarato che “non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive”. Stop al campionato, dunque, e a tutti gli eventi sportivi.

Servizio in aggiornamento

LEGGI QUI IL DECRETO

Cosa posso fare? Tutti i divieti contenuti nel decreto

Le regole per gli spostamenti

La mobilità è consentita solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (se nella tua zona sono chiusi esercizi che vendono generi di prima necessità) e seri motivi di salute. Non si ferma la circolazione delle merci né il trasporto pubblico. Si può andare a fare la spesa, preferendo il circondario del proprio domicilio.

Se, quindi, il datore di lavoro non attiva lo smart working ci si può ovviamente recare a lavoro.

SCARICA QUI PDF AUTOCERTIFICAZIONE

Stop agli assembramenti

Stop a tutte le feste e i raduni, sono vietati ovunque assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Cosa fare se si ha la febbre

Chi ha difficoltà respiratorie o febbre sopra i 37,5° C deve rimanere a casa e limitare al massimo i contatti sociali. In questo caso va contattato il proprio medico di fiducia.

Cosa significa stare in quarantena

Chi risulta positivo al Coronavirus o si trova in quarantena, deve rimanere in casa. La fuga dalla quarantena è sanzionata fino a tre mesi di carcere o con una ammenda da 206 euro (articolo 650 codice penale).

Cosa dice il decreto sullo sport

Vengono sospesi tutti gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici e privati. 

Chiuse palestre, piscine, centri benessere, centri termali, centri culturali e ricreativi.10

Bar e ristoranti chiusi

Fino a oggi, 11 marzo, i bar e i ristoranti potevano rimanere aperti dalle 8 alle 18, mentre questa sera si dispone la completa chiusura, con la possibilità di lavorare tramite la consegna a domicilio.

Musei, cinema, discoteche, palestre

Nella zona arancione sono chiusi i musei, gli istituti e i luoghi di cultura. Nonché tutti i comprensori sciistici. Niente cinema, teatro, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, discoteche e locali assimilati, dove è sospesa ogni attività.

Nella zona arancione sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (eccezione per le erogazioni di prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza). Chiusi anche centri culturali, centri sociali e ricreativi.

Le scuole e asili restano chiusi in tutta Italia

Fino al 3 aprile restano chiusi asili, scuole, università  con la possibilità di svolgere lezioni a distanza.

Comunicazione all’Asl se si proviene da zone a rischio

Chiunque rientri in Italia provenendo da Paesi a rischio deve comunicarlo all’Asl di competenza. Il decreto non prevede che chi provenga dalle nuove zone rosse debba dichiararlo all’Asl, tuttavia molti governatori di Toscana stanno predisponendo ordinanze regionali per attivare misure ad hoc. 

Leggi anche: Coronavirus, come difendersi dal contagio.

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