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Valle Castellana, il referendum di domenica 8 marzo è confermato: i 1.070 elettori si recheranno alle urne per decidere riguardo l’eventuale passaggio del comune dall’Abruzzo alle Marche, nonostante il clima di emergenza sanitaria causato dal Coronavirus.

Se per quel che riguarda il referendum costituzionale del 29 marzo sul taglio del numero dei parlamentari si pensa ad un rinvio da parte del governo al mese di maggio, per farlo svolgere in concomitanza alla prossima tornata elettorale regionale, il referendum per l’annessione di Valle Castellana non sembra correre questo rischio.

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Valle Castellana, il referendum

Il referendum si svolgerà regolarmente nonostante l’emergenza sanitaria: i residenti con diritto al voto potranno recarsi alle urne dalle 7 alle 23 di domenica 8 marzo. In questa data, i 1.070 votanti saranno chiamati a decidere se restare in Abruzzo sotto la provincia di Teramo o cambiare regione e provincia, passando nelle Marche sotto Ascoli Piceno, territorio a cui il paese è legato da sempre anche per vicinanza geografica (18 km), divenendone il 34° comune. Gran parte degli abitanti di Valle Castellana, infatti, lavora e studia ad Ascoli o nelle zone limitrofe, usufruendo in gran parte di servizi marchigiani. 

I sostenitori del auspicano un maggiore sviluppo derivante dall’annessione alle Marche; tra i favorevoli all’unione ci sono molti politici ascolani, tra cui il consigliere regionale Piero Celani. Il comitato che sostiene il No, invece, crede che sia meglio che il paese resti teramano, poiché passare ad Ascoli confinerebbe Valle Castellana in una posizione subalterna nel territorio Piceno.

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