L’ultima Estate, l’intenso libro di Marcello Filotei sul dramma del sisma del 2016, vissuto in prima persona, è stato presentato lo scorso 17 febbraio alla Sala degli Specchi di Rovereto, in una serata organizzata dalla Fondazione Campana dei Caduti, con cui l’autore collabora da anni.
Il volume, edito da Fas Editore, narra, rendendola universale, l’esperienza del terremoto del 2016, in particolare gli avvenimenti e i cambiamenti nella piccola frazione arquatana di Pescara del Tronto (Pdt nel romanzo), rasa al suolo e destinata a non essere più ricostruita. Non nello stesso posto.
La presentazione roveretana è avvenuta negli spazi di Casa Rosmini, filosofo e teologo originario di Rovereto. Erano presenti, oltre all’autore, l’Assessore Provinciale a Sviluppo economico, Ricerca e Lavoro Achille Spinelli della Provincia Autonoma di Trento, in rappresentanza del Presidente Maurizio Fugatti, Gianfranco Cesarini Sforza, Direttore del Dipartimento della Protezione Civile del Trentino, che è intervenuta direttamente nella zona di Amatrice dopo il sisma, e il Reggente della Fondazione Campana dei Caduti Alberto Robol.
L’ultima Estate, la presentazione a Rovereto
“Speranza e comunità sono i temi fondamentali che danno senso alla vita per tragica che possa essere. Maria Dolens e Antonio Rosmini insieme per ricordare al più alto livello di sensibilità la spiritualità di una terra, della città di Rovereto, di tutta la provincia di Trento”, ha spiegato Alberto Robol, introducendo la serata e commentando il lavoro di Marcello Filotei.
La presentazione, come consuetudine, si è aperta con la proiezione di un video che mostra immagini di Pescara del Tronto prima del sisma, dove scorrono animali, case, strade. Di questi frammenti di memoria, niente esiste più. Anche per questo, ad essere idealmente coinvolta nell’evento, è stata la Protezione Civile Trentina, perché sempre in prima linea negli avvenimenti e nelle catastrofi che scuotono lo stivale.
A dare voce ad alcuni brani tratti dal libro è stato l’attore Bruno Vanzo.
L’Ultima Estate, il libro
Il volume di Marcello Filotei, che presenta un’introduzione di Papa Francesco, racconta in toni fortemente lirici e poetici la vicenda del sisma del 2016, durante la quale l’autore perse alcuni stretti familiari. Obiettivo del lavoro è eternare delle immagini di un mondo che non esiste più ed è condannato a vivere solo grazie alle parole di chi lo ricorda e sarà in grado di raccontarlo: non a caso, il sottotitolo è proprio Memorie di un mondo che non c’è più.
L’oscura notte del 24 agosto del 2016, infatti, segna la fine di un mondo, di decine di vite e dell’illusione che si possa vivere fuori dal tempo e dalla storia, non toccati da essi. “Nel resto dell’universo se viaggi alla velocità della luce il tempo si ferma. A Pdt anche se ci arrivavi a cinquanta all’ora il tempo lo trovavi già fermo. Era un’eccezione alla teoria della relatività che valeva solo tra il centosessantacinquesimo e il centosessantaseiesimo chilometro della Salaria. Prima e dopo le equazioni di Einstein ricominciavano a funzionare. Dal 24 agosto però l’universo ha recuperato la sua coerenza, la regola generale l’ha prevalso, il tempo ha ricominciato a scorrere regolarmente”, scrive Filotei, ricordando il suo luogo natio.
La narrazione alterna poetiche descrizioni e malinconiche memorie di luoghi e personaggi peculiari che animavano Pescara del Tronto, che sembrano eterni e sospesi nel tempo del mito. La storia privata e personale diventa metafora di un qualcosa di più grande e universale, dando voce ai tanti piccoli borghi che costellano l’Appennino e che, anche a causa della ferita inferta dal sisma, stanno morendo e perdendo la loro antica identità. Tuttavia, dalle pagine di Filotei, emerge un senso di speranza, un ricordo che non è venerazione della cenere ma volontà di mantenere vivo un fuoco, che significa quindi voglia di affacciarsi al futuro, anche se con un tocco di nostalgia, per tramandare e non dimenticare, per non recidere e perdere le proprie radici.
