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Coldiretti Marche, dai dati raccolti dalla Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti la cimice asiatica sta creando ingenti danni alle colture italiane, specie quelle del nord e centro-nord. Essendo l’Emilia Romagna la regione più danneggiata, Coldiretti raccomanda nelle Marche massima attenzione.

 La cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti arrivato dall’Asia, ha devastato i campi e i frutteti di 48 mila aziende in Italia, con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale. I problemi maggiori si riscontrano sulle coltivazioni di frutta (pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole), olive, soia, mais e ortaggi.

“Non parliamo di danno della singola azienda ma anche a tutto il comparto turistico perché gli agricoltori sono costruttori del paesaggio che rappresenta il nostro paese”, ha commentato il vicepresidente della Regione Marche Anna Casini.

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Coldiretti Marche, la protesta

Circa 200 agricoltori marchigiani hanno partecipato alla giornata di protesta organizzata da Coldiretti a Verona, in occasione dell’apertura della Fieragricola, la più grande manifestazione dedicata al settore in Italia.

“I cambiamenti climatici hanno un grosso impatto sulla nostra agricoltura, non solo per quanto riguarda eventi eccezionali e lunghi periodi di siccità ma anche per l’arrivo e il proliferare di specie alloctone. L’inverno particolarmente caldo favorisce la sopravvivenza della cimice e occorrerebbe intensificare i controlli delle merci importate, cosa che avviene negli altri Paesi per il nostro export. Servono aiuti straordinari per le imprese e azioni di contenimento dell’insetto tra trattamenti fitosanitari e sperimentazioni con insetti antagonisti”, ha commentato la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni.

A Verona, sul palco insieme al ministro Teresa Bellanova, ai presidenti e assessori delle regioni colpite, anche Anna Casini, che ha espresso vicinanza alle regioni colpite e sottolineato l’importanza di iniziative comuni per fronteggiare l’emergenza nell’immediato, ma anche programmare gli interventi nei prossimi anni.

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