Legambiente, sono stati presentati i dati raccolti da Mal’Aria, dossier annuale sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane. Le Marche risultano tra le regioni vittime dello smog: nel 2019 Fano ha superato il limite per polveri sottili con 36 sforamenti su 35 consentiti dalla legge, mentre Macerata per ozono con 28 sforamenti su 25 consentiti. Preoccupante la situazione a Pesaro e ad Ascoli Piceno rispettivamente per Pm10 e Ozono.
“Servono proposte innovative e soluzioni urgenti per creare città libere dallo smog. È necessario adottare politiche più decise a favore del trasporto pubblico locale, dei veicoli elettrici e che incentivino l’utilizzo della bici in città”, scrivono dall’ufficio stampa di Legambiente.
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Legambiente, i dati nelle Marche
Il 2019 si chiude ancora nella morsa dello smog. È quanto emerge da Mal’Aria, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città. Gli inquinati monitorati dalle campagne di Legambiente PM10 ti tengo d’occhio e Ozono ti tengo d’occhio si basano sull’analisi dei dati forniti dai siti dalle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) che hanno tenuto conto delle sole centraline urbane (sia di fondo urbano che di traffico) delle città.
Nelle Marche, in particolare, ad aver sforato il limite annuo di polveri sottili troviamo Fano con 36 giornate oltre il limite dei valori consentiti dalla legge di 50 microgrammi/metro cubo per un massimo di 35 giorni all’anno (centralina via Monte Grappa). Male anche Pesaro, che per poco non ha raggiunto il limite previsto dalla legge, registrando 33 sforamenti totali.
Nei primi 22 giorni di gennaio 2020, inoltre, sono già preoccupanti gli sforamenti registrati da alcune centraline di monitoraggio: Pesaro (13), Fano (11), Jesi (7), Ancona Cittadella (5), Falconara Alta (5). Dati che confermano un livello complessivo regionale ancora di elevata criticità.
Per quanto riguarda l’Ozono, a Macerata la centralina di Collevario nel 2019 ha registrato il superamento del limite di 25 giorni annui consentiti dalla legge con 28 sforamenti totali, con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo (calcolato sulla media mobile delle 8 ore). Non va meglio ad Ascoli Piceno, dato che la centralina Monticelli ha registrato esattamente 25 giorni di superamento. L’ozono troposferico è un gas che si forma d’estate, principalmente nelle zone rurali, attraverso reazioni chimiche di gas precursori come gli ossidi d’azoto e i composti organici volatili. Dopo le polveri sottili, è l’inquinante atmosferico che per tossicità e per i livelli di concentrazione che possono essere raggiunti incide maggiormente sulla salute umana.
Legambiente, le soluzioni possibili
“L’emergenza polveri sottili e ozono nelle nostre città è sempre più cronica e a pagarne lo scotto, oltre all’ambiente, sono i cittadini in termini di salute e di qualità di vita. Per questo bisogna contrastare l’inquinamento in maniera efficace attraverso soluzioni da attuare in tempi strettissimi – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – Innanzitutto è indispensabile programmare la conversione ad una nuova mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, riducendo drasticamente il numero di auto private circolanti attraverso una serie di restrizioni e fiscalità. Nell’ambito di una politica di prevenzione dell’inquinamento è fondamentale, inoltre, potenziare il trasporto sul ferro, migliorare il servizio di trasporto pubblico – che va indirizzato verso le motorizzazioni elettriche – e adottare politiche in generale più decise a favore dei veicoli elettrici, che maggiormente necessitano di stimoli e sostegno. Occorre, inoltre, investire nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria e dell’agricoltura, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano. Chiediamo, dunque, alle Istituzioni regionali di avere coraggio e di essere coerenti e lungimiranti nelle politiche ambientali e di mobilità. Solo così è possibile innovare le nostre città, renderle più competitive, migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici”.
Ogni anno sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno. L’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana ed è percepita come la seconda più grande minaccia ambientale dopo il cambiamento climatico. Per questi motivi la Commissione europea ha messo in atto molte procedure di infrazione contro gli Stati membri – tra cui l’Italia – per il mancato rispetto dei limiti comunitari in tema di qualità dell’aria.