Regione Marche, gran parte delle risorse del Por Fesr 2014-2020 (fondo europeo che promuove lo sviluppo regionale attraverso la coesione economica e sociale dei territori dell’Unione) sono state impiegate: al 31 dicembre 2019 è stato attivato il 96% dei fondi disponibili, rispettando in pieno i tempi di attuazioni fissati dall’Unione Europea.
Soddisfatto dei risultati ottenuti Ceriscioli, che smentisce la paventata ipotesi di inadempienze nell’attuazione dei piani: “la questione di presunti ritardi della Regione Marche nasce da un articolo di stampa sbagliato, che ha preso a riferimento una cifra non giusta per valutare l’andamento della spesa, che ci vede tutt’altro che in difficoltà ma ai primissimi posti a livello nazionale”, proseguendo: “chi è andato dietro a quel dato non corretto, come il Centro destra marchigiano, in maniera poco riflessiva, dimostra, ancora una volta, di non avere proposte e progetti, ma di captare quello che arriva, senza un minimo di valutazione. Noi, al contrario, vogliamo fare, di questa capacità di lavoro, la testimonianza di un territorio che sta mettendo grande impegno per superare le mille difficoltà che ha vissuto in questi anni”.
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Regione Marche, gli obiettivi del Por Fesr
Nelle Marche, al 31 dicembre 2019 è stato attivato il 96% (552,2 milioni di euro) della dotazione assegnata (570,2 milioni al netto dell’assistenza tecnica), in sostanza la somma che va effettivamente ai territori, perché una quota del Fesr viene utilizzata per le attività amministrative, come monitoraggi e controlli, necessarie all’attuazione dei programmi.
La Regione ha anche rispettato in anticipo la tabella di marcia fissata dall’Unione: al 31 dicembre 2019, con sette mesi di anticipo, ha raggiunto l’obiettivo di spesa del Por (Programma operativo regionale) indicato da Bruxelles: rispetto ai 75,4 milioni prescritti, ne ha rendicontati 120,4 milioni, con un incremento percentuale tra i più significativi.
A livello nazionale, le Marche sono seconde per efficienza della certificazione della spesa, precedute solo dall’Emilia Romagna: grazie a questo virtuosismo, la Regione Marche ha ottenuto lo sblocco della riserva d’efficacia (un accantonamento liberato solo se si raggiungono obiettivi intermedi) di 35 milioni di euro.
Por Fesr, i numeri degli investimenti marchigiani
“Come tutte le Regioni, anno dopo anno abbiamo obiettivi da raggiungere. Li stiamo conseguendo con un grande lavoro di squadra e con grandissimo impegno. Non è banale certificare la spesa europea e, quindi, rappresentiamo un ottimo esempio”, ha chiosato il Presidente della Regione Ceriscioli.
Sfogliando i dati sullo stato di attuazione degli interventi effettuati, emerge che 300,1 milioni (54%) sono stati destinati alle imprese; 207,7 milioni (38%) agli enti pubblici; 44,2 milioni (8%) alle Università. Dei 552,2 milioni attivati, i finanziamenti concessi sono stati 427,3 milioni. Risultano attivati il 96% delle risorse destinate all’innovazione (con l’80% dei contributi concessi), il 95% alla diffusione digitale (94%), il 97% alla competitività delle Pmi (85%), il 99% alla sostenibilità (93%), il 100% al cambiamento climatico (96%), il 98% alla cultura e turismo (96%), il 96% al sisma (58%). Complessivamente i contributi concessi raggiungono i 427,3 milioni di euro (124,6 pagati), coinvolgendo 2.198 aziende e un incremento occupazionale stimato di 1.908 lavoratori. La distribuzione territoriale delle risorse concesse alle imprese segnala 96,5 milioni nella provincia di Ancona (14,7 per il sisma); 40,4 milioni ad Ascoli Piceno (21,6 del sisma); 25,3 milioni a Fermo (8,8 per il terremoto); 65,7 milioni a Macerata (26,9 per il sisma); Pesaro e Urbino 39,8 milioni (281 mila euro la quota per il terremoto).
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