Sui Sibillini esiste un antico sentiero che attraversa la catena e arriva fino in Umbria, a Castelluccio di Norcia, chiamato Sentiero dei Mietitori, vecchio tracciato che, nel passato, i braccianti percorrevano per giungere ai campi e svolgere il lavoro di mietitura. Oggi è diventato un facile e piacevole itinerario escursionistico, molto frequentato in estate da camminatori di tutti i tipi e d’inverno dagli amanti delle ciaspole. Nel tratto di questo percorso che si snoda intorno al comune e alle varie frazioni di Montegallo (AP) si incontra una fonte, chiamata Fonte Santa, vicino alla quale sorgeva una chiesa la cui storia affonda le radici in tempi remoti, la chiesa di Santa Maria in Pantano, purtroppo ridotta a rudere dal sisma del 2016.
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Santa Maria in Pantano, la storia
Partiamo dal nome: il toponimo Pantano indica la vicinanza a un corso d’acqua: l’acqua è da sempre considerata, in tutte le culture, un richiamo alla fertilità femminile e alla purificazione, non è quindi da scartare la frequentazione del luogo anche in età pagana. In virtù di questo, altro nome con cui era conosciuto l’edificio sacro era Santa Maria delle Sibille, poiché al suo interno erano affrescate quattro Sacerdotesse.
Situata alle pendici del Monte Vettore, la cima più alta della catena dei Sibillini (2.476 m), i suoi dipinti murali vennero realizzati nel 1612 da Martino Bonfini di Patrignone (attuale Montalto Marche), lo stesso artista che dipinse la Cappella dell’Apparizione del Santuario di Madonna dell’Ambro, nel comune di Montefortino (FM).
La sua edificazione, ad ogni modo, risale a secoli prima. Le più antiche notizie riguardanti l’edificio le troviamo nei documenti dell’Abbazia di Farfa, dove l’abate Bernardo I conferisce il possesso della chiesa, il 16 settembre 1050, all’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico III. Si può ipotizzare, perciò, una data di edificazione antecedente all’anno 1000.
Non sapremo mai quali fossero state le sembianze dell’originaria chiesa romanica, poiché tra primo e secondo decennio del XVII secolo l’assetto strutturale fu modificato e vennero affrescate le volte e le pareti. Come accennato prima, di particolare importanza erano gli affreschi che raffiguravano le Sibille, Profetesse che avevano il ruolo di predire il futuro ispirate dal Dio, figure pagane recuperate dal Cristianesimo poiché considerate annunciatrici della venuta di Cristo, insieme ai Profeti.
Fortemente lesionata dalla scossa del 24 agosto 2016, il sisma di ottobre la fa crollare quasi del tutto. Merita comunque una visita, che si passi dalla frazione di Altino o Vallegrascia e ci si perda nel sentiero che si addentra nel bosco, o dalla più vicina Colle.