Ascoli Piceno, l’Albero del Piccioni è stato, nei giorni scorsi, ripulito dai rifiuti ammassati sul piazzale d’erba che lo ospita.
A causa di una troppo lunga noncuranza nei confronti di questo sito di interesse storico e naturalistico, infatti, ai bordi della Salaria che da Ascoli conduce a Mozzano, si erano ammassati rifiuti di ogni tipo, tra i rovi e l’erba alta.
La ditta EcoService di Castel di lama ha messo a disposizione una squadra che si è occupata della pulizia, con a capo Riccardo Traini, rimuovendo i rifiuti ed estirpando rovi ed erbacce, riportando così alla luce anche la panchina che si trova sotto la chioma dell’imponente albero. Hanno partecipato all’azione anche lo storico dell’arte Giuliano Cipollini e il consigliere comunale Emidio Premici.
Albero del Piccioni, un po’ di storia
Il platano, inserito dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella lista degli alberi monumentali nazionali, è conosciuto a livello locale come Albero del Piccioni, poiché tradizione vuole che sia legato al celebre brigante piceno che, tra 1860 e 1861, guidò la rivolta dei filopapalini contro i Piemontesi. Si racconta, infatti, che il brigante fosse solito usare il fusto cavo del platano per tendere imboscate alle diligenze e ai viandanti che passavano sulla Salaria, dirigendosi da Ascoli a Roma o viceversa.
Tuttavia, il nome, in realtà, deriverebbe da quello di un’antica famiglia nobiliare ascolana che ne era proprietaria. In un documento del 1718, riguardante lavori di sistemazione e pulizia della Via Salaria, troviamo citato un certo Piccione Parisani, e l’albero viene menzionato come Albero di Picciò.
Il platano, comunque, dovrebbe avere all’incirca 1000 anni, in quanto viene citato in un atto di compravendita del terreno circostante risalente al 1109, e la sua imponenza ne è testimone: la circonferenza misura 8,7 m (primato regionale) e l’altezza 24 m. D’estate, è ornato da una lussureggiante chioma.