Area Vasta 5, è stato avviato un nuovo progetto che consiste in un percorso assistenziale destinato a persone affette da patologie vascolari, che comprende la diagnostica, la presa in carico medica, l’utilizzo della radiologia interventistica e della chirurgia vascolare, e finalizzato al miglioramento degli esiti e delle complicanze legati a tale malattia.
Sono state individuate delle professionalità specialistiche e multidisciplinari: il responsabile dell’UOSD di Radiologia Interventistica è Fabio D’Emidio, che collabora con Paolo Pagano e, congiuntamente, è in corso una procedura concorsuale per l’assunzione di una ulteriore unità medica, insieme al potenziamento del relativo personale infermieristico.
Il responsabile dell’UOSD di Medicina Vascolare, invece, è Virginia Boni. L’ unità operativa è dotata di 4/6 posti letto per la degenza in Medicina Interna e un ambulatorio dedicato.
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Area Vasta 5, le nuove attrezzature
Nella giornata del 18 dicembre 2019 sono stati inaugurati i nuovi locali, che comprendono ambulatori, aree di servizio e sale specifiche. Si tratta di una sezione autonoma con una nuova apparecchiatura angiografica dal valore di circa 650 mila euro, sistema che è in grado di assicurare la più ampia flessibilità di movimentazioni possibile, ideale per le applicazioni radiologiche e cardiovascolari; fra le molteplici caratteristiche, l’apparecchio è dotato di applicazioni combinate per ridurre l’esposizione radiante al fine di proteggere l’esaminatore e il paziente.
Il sistema, inoltre, è munito di un ecografo integrato che consente agli operatori medici di lavorare direttamente sul letto operatorio nelle procedure integrate che necessitano di guida ecografica oltre che radioscopica.
Area Vasta 5, il perché del progetto
“Questo progetto è nato dalla necessità di attuare un percorso per pazienti con patologia vascolare periferica, in progressivo incremento parallelamente all’aumento della età media, che, se non tempestivamente diagnosticata e adeguatamente trattata ha importanti conseguenze in termini di morbilità e mortalità. Le patologie vascolari periferiche non hanno al momento gli stessi percorsi diagnostico-terapeutici codificati come l’IMA e l’ICTUS, pur essendo altrettanto rilevanti come mortalità, e soprattutto come disabilità, con conseguente importante carico assistenziale per le famiglie, ma anche per le strutture sanitarie e per l’assistenza territoriale”, ha spiegato la Dottoressa Boni.
Il percorso vascolare permette una diagnosi precoce e un trattamento adeguato che comprende l’integrazione di diverse professionalità, come un medico di medicina generale, un medico ospedaliero con competenze di patologia vascolare, un radiologo interventista, un chirurgo vascolare. Perfezionando il percorso dovranno essere coinvolti i fisioterapisti per i percorsi riabilitativi, gli anestesisti per la terapia del dolore e un nutrizionista per la gestione del paziente con ulcere vascolari.