Marche, da dati raccolti dalla Banca d’Italia e dal Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) è emerso che, a livello economico, nella regione ha un forte peso l’economia irregolare e sommersa e l’uso anomalo di valuta non osservata, fatti che, congiuntamente, soffocano lo sviluppo. In Italia, secondo il Mef, l’evasione fiscale ammonta a 109 miliardi di euro anni, di cui 37 di Iva e 32 di Irpef da lavoro autonomo e impresa.
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Marche, troppe anomalie nell’uso del contante
La Banca d’Italia-Uif (Unità di informazione finanziaria per l’Italia) ha pubblicato un’indagine che approfondisce, provincia per provincia, l’uso improprio del contante o sospetto in relazione alle condizioni economiche e sociali del territorio, analizzando le situazioni che possono risultare frutto di economia sommersa, lavoro irregolare, evasione o legate ad attività di riciclaggio. Dallo studio è emerso che le Marche sono una delle regioni che registra il maggior numero di anomalie nell’uso del contante.
Tra le province più ad alto rischio risultano quella di Pesaro-Urbino e quella di Ancona, seguite da Macerata e Ascoli, indicate con la dicitura di rischio “medio-alto”; medio basso il rischio rilevato per la provincia di Fermo. Comunque, tra i primi cento comuni più rischiosi a livello nazionale ci sono Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e San Benedetto.
Secondo i dati raccolti dal Mef nella Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva – anno 2019, l’economia non osservata incide, sul totale dell’economia regionale, per il 15,4%, valore superiore sia a quello delle altre regioni del Centro Italia, che si attestano al 14,2%, sia alla media nazionale (13,8%). Si tratta del dato regionale più elevato dopo quello della Puglia.
Le anomalie riscontrate si esprimono per l’8,2% in sotto-dichiarazioni, per il 4,6% nel lavoro irregolare e per il restante 2,6% nell’economia irregolare. Altro fattore da evidenziare è, poi, la direzione dei bonifici esteri: tutte le province marchigiane, Pesaro-Urbino in primis, convogliano risorse monetarie verso paesi individuati come paradisi fiscali.
Economia sommersa, i possibili atti di prevenzione
Per prevenire fenomeni legati all’economia sommersa è necessario il coinvolgimento di tutti gli attori dell’economia territoriale, produttivi e sociali, e dei soggetti istituzionali, che devono farsi garanti di una fitta e solida rete che sostenga l’economia stessa.
Per Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche “occorre contrastare e denunciare le situazioni di economia irregolare e sommersa che soffocano lo sviluppo e la crescita del Paese e dietro alle quali si nascondono spesso anche irregolarità del lavoro e sfruttamento dei lavoratori; la strada maestra deve essere quella dell’utilizzo generalizzato della moneta elettronica, o comunque di strumenti che garantiscano la tracciabilità. La minor circolazione di contante a favore dei pagamenti in moneta elettronica permette di contrastare evasione ed economia sommersa: da questo punto di vista, la scelta del governo di ridurre l’uso dei contanti, prevista nel decreto fiscale, e il conseguente incentivo ai pagamenti elettronici, va nella giusta direzione. Importanti anche le sanzioni amministrative in caso di mancata accettazione di un pagamento con moneta digitale”.