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La versatilità dei trattamenti superficiali fa sì che essi siano in grado di soddisfare le esigenze di molteplici mercati, potendo adattarsi alle applicazioni più diverse. In qualsiasi caso, essi assicurano i più alti standard di efficienza produttiva per mezzo di soluzioni disegnate ad hoc in base alle necessità che devono essere assecondate. I rivestimenti, dunque, possono essere impiegati dalle aziende del settore oil and gas e da quelle petrolifere, ma anche dalle realtà dell’automotive, oltre che nel campo alimentare e in ambito grafico.

I rivestimenti superficiali nel settore medico

Un ruolo di primo piano è quello che i rivestimenti superficiali ricoprono nel settore medico, dove è indispensabile poter contare su impianti e strumenti le cui superfici siano il più possibile resistenti, a prescindere dalle loro dimensioni. Le tecnologie più all’avanguardia in questo settore assicurano gli standard migliori dal punto di vista della biocompatibilità e della durabilità. I rivestimenti, inoltre, vantano un grado di purezza molto elevato e offrono prestazioni ottimali per ciò che concerne la tribologia, che rappresenta la tecnica delle interazioni superficiali. La qualità dei rivestimenti, come si può intuire, è di grande importanza in un settore estremamente delicato soprattutto sul piano dell’igiene.

Quali rivestimenti vengono adottati in ambito medico

Tra tutti i mercati di applicazione dei rivestimenti superficiali, il settore medico si caratterizza per esigenze ben precise, visto che impone di lavorare in ambienti privi di batteri e del tutto asettici: come è evidente, dunque, la pulizia delle superfici – sia degli attrezzi che dei macchinari – è una necessità che non può non essere soddisfatta. D’altro canto, è essenziale che i rivestimenti siano resistenti ai lavaggi: operazioni come la sanificazione e la disinfezione sono, in un certo senso, aggressive e dunque in grado di favorire il deterioramento delle superfici in metallo che non sono trattate. La resistenza, poi, deve essere sempre associata alle proprietà di anticorrosione e di antiaderenza.

Come assicurare la qualità dei rivestimenti nel settore medico

Il ricorso a tecnologie all’avanguardia consente di ottenere risultati professionali, per effetto dei quali le superfici possono essere protette dalle aggressioni provenienti dai prodotti che vengono adoperati per il lavaggio dei dispositivi medici. Senza dimenticare, ovviamente, il valore della proprietà di easy clean.

L’industria della plastica e della gomma

Un altro settore che richiede particolare attenzione nella scelta dei sistemi di rivestimento superficiale è quello della produzione dei componenti in gomma e in plastica. In questo ambito le necessità da soddisfare possono essere diverse, il che vuol dire che le varie proprietà possono combinarsi o meno tra loro: è il caso dell’antiaderenza, ma anche della capacità di resistere alle alte temperature e della resistenza all’abrasione. La facilità di estrazione è un altro obiettivo che deve essere perseguito nei processi di produzione, mentre al giorno d’oggi non possono essere trascurati i fattori ecologici: ecco, quindi, che uno degli obiettivi più importanti della ricerca attuale va individuato nell’identificazione di distaccanti che siano in grado di durare a lungo nel tempo.

Il ruolo dei rivestimenti superficiali

Nell’industria della gomma e della plastica, la qualità dei rivestimenti superficiali è strettamente correlata alla loro affidabilità e alla loro capacità di migliorare i tempi di ciclo. Al tempo stesso, essi concorrono a ridurre in modo significativo le operazioni di pulizia. I rivestimenti lubrificanti contribuiscono a incrementare la produttività. Dagli stampi per pneumatici alle lame taglianti, dai trasportatori a coclea agli stampi per stratificazione, dai cilindri di perforazione agli stampi per estrusione, ogni strumento si caratterizza per specifiche peculiarità ed esigenze ben precise, che richiedono l’impiego di materiali ad hoc: per garantire l’antiaderenza, per esempio, ci si serve di polimeri speciali grazie a cui le superfici diventano idrofobiche e – appunto – antiaderenti.

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