A tre anni dalle scosse gli agricoltori, gli allevatori ed i pastori delle aree terremotate di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo lasciano le campagne per raggiungere la Capitale con i propri prodotti.
Il ritrovo sarà a Piazza di Sant’Anastasia al Circo Massimo di Roma, sabato 26 ottobre 2019 dalle ore 9.00 in poi.
Terremoto, “La terra non trema: il coraggio dei contadini”
L’iniziativa La terra non trema: il coraggio dei contadini è della Coldiretti che ha voluto dedicare alla solidarietà la ricorrenza del 75esimo anno dalla propria Fondazione avvenuta proprio a fine ottobre 1944.
Nel centro di Roma in Piazza di Sant’Anastasia al Circo Massimo a partire dalle ore 9,00 di sabato 26 ottobre il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, insieme a rappresentanti istituzionali nazionali e territoriali, aprirà il più grande mercato delle specialità contadine sopravvissute al sisma.
Un evento che non solo ha distrutto case e famiglie ma che ha anche sconvolto la vita e il lavoro di ampie zone delle regioni del centro Italia.
Sarà possibile assaggiare i piatti simbolo del terremoto, dalla pasta alla Amatriciana al panino con la porchetta, ma soprattutto acquistare i prodotti salvati dal sisma direttamente dagli produttori agricoli locali.
Agricoltori e pastori in piazza
Un’occasione per aiutare la lenta ripresa dei territori colpiti ma anche per fare un bilancio a tre anni dalle scosse del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre 2016.
I risultati acquisiti, gli interventi ancora attesi e le storie di chi con grande coraggio e dignità è rimasto a vivere e lavorare nelle campagne ferite.
Ai danni diretti alle aziende agricole si aggiungono quelli provocati dall’abbandono forzato di interi Paesi dove non esiste più mercato per i prodotti delle terra. Tale dato emerge dalla prima analisi della Coldiretti delle perdite economiche nelle campagne che sarà divulgata nell’occasione.
Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola che è importante sostenere concretamente affinché la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo.