Cna Picena, le imprese del Piceno si mostrano più pessimiste per il 2020 rispetto a quanto lo erano nel 2018 per il 2019. Da un’analisi della Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) è emerso che le misure che potrebbero dare nuova fiducia alle imprese sono la deducibilità immediata dell’Imu dal reddito d’impresa e incentivi sull’abbassamento del costo del lavoro.
Cna Picena, la pressione fiscale sulle imprese
Da uno studio compiuto dalla Cna, è emerso che le imprese picene sono davvero preoccupate per il futuro. Le richieste che la Confederazione ha ricevuto con urgenza sono principalmente due: la deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa ed incentivi concreti sull’abbassamento del costo del lavoro.
Nelle statistiche sulla pressione fiscale nel Piceno, con un’azione immediata a favore delle aziende su Imu e Tasi, queste sarebbero liberate dal 10% della pressione fiscale, considerando il fatto che nel 2010 l’azienda Picena tipo pagava per questa tassa 1.282 euro l’anno, e nel 2019 ne pagherà 3.380. Stesso discorso e stesso valore di recupero in liquidità per le aziende (circa il 10%) agendo su erario e previdenza.
Il dato negativo è che la preoccupazione delle imprese sale, così come il clima di sfiducia generale: la Cna ha, infatti, compiuto sondaggi tra le aziende, raccogliendo previsioni di artigiani e pmi per l’ultimo quadrimestre 2019 e per l’avvio del 2020. Queste previsioni hanno un segno meno rispetto al fatturato, una lieve contrazione rispetto agli occupati, un lieve rallentamento rispetto agli investimenti.
In controtendenza, le aziende che reagiscono meglio sono quelle legate all’export e all’innovazione.
Per quanto riguarda i singoli settori, quelli che prevedono maggiori cali di fatturato sono le imprese della meccanica, dei trasporti, delle costruzioni. Maggiore tenuta invece per le imprese legate ai servizi e al Made in Italy.
Cna Picena, l’indagine
L’indagine della Cna è stata svolta su un campione di 300 imprese del territorio nei settori della meccanica, dell’alimentare, del terziario, dell’impiantistica e dei servizi.
Per quanto riguarda l’andamento del fatturato nel primo quadrimestre del 2019, il 44% delle imprese indica che è avvenuta una crescita, il 25% una diminuzione e il resto una stabilità. Mettendo a confronto il risultato con lo stesso periodo del 2018, dodici mesi fa il 37% aveva fatto registrare un aumento di fatturato.
Per il 2020 il 36% delle imprese prevede una riduzione, mentre lo scorso anno solo il 13%.