Dopo aver avuto il via libera della Camera lo scorso 3 aprile, anche il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge Codice Rosso. Un ddl molto importante poiché al suo interno contiene delle misure contro la violenza sulle donne che ha ricevuto 197 voti a favore, nessun contrario e 47 astenuti.
Nello specifico il disegno di legge è composto da 21 articoli e prevede modifiche al codice di procedura penale riguardanti la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Codice rosso, stop alla violenza sulle donne
La legge sul codice rosso è stata approvata in via definitiva dal Senato.Obbligo di ascoltare una donna entro 3 giorni…
Pubblicato da Alfonso Bonafede su Mercoledì 17 luglio 2019
“È un primo importante passo nella direzione della rivoluzione culturale di cui il nostro Paese – scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte – ha fortemente bisogno».
Uno degli obiettivi di questo ddl è anche la riduzione dei tempi giudiziari per i casi di stupro e violenza. “Le donne ora – afferma Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione – potranno chiedere e ottenere giustizia entro tre giorni».
Grande soddisfazione è stata espressa da M5S e Lega che hanno parlato di “pietra miliare nella lotta contro la violenza sulle donne”. Forza Italia parla di “un piccolo passo avanti”, mentre secondo il PD il ddl sarebbe solo uno “spot pubblicitario”.
Codice rosso: dallo stalking, agli abusi sessuali al revenge porn
Per meglio dire, grazie a questo codice rosso sarà molto più semplice per le donne vittime di abusi sessuali, maltrattamenti o atti persecutori avere giustizia.
Il Codice Rosso legge affrontata anche tematiche mai prese prima in considerazione. Dallo stalking al revenge porn, dalla violenza sessuale ai matrimoni forzati. Tutte le pene dei suddetti vengono aggravate, ad esempio, la pena massima per lo stalking arriva a 6 anni e 6 mesi.
Uno dei temi affrontati è quello del revenge porn. Quella che a volte viene italianizzata con “pornovendetta” e che indica la pubblica condivisione di immagini o video intimi su internet senza il consenso esplicito di tutti i partecipanti. Questa pratica è un vero e proprio abuso psicologico sulla vittima e fino ad oggi non aveva alcun profilo giudiziario.
L’emendamento punisce non solo chi ha realizzato il video ma anche chi l’ha ricevuto e diffuso. Punisce così con la reclusione da uno a sei anni e una multa da 5000 a 15000 euro “chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate”. Peggiore sarà la pena se “i fatti sono commessi del coniuge, anche separato o divorziato”.
Viene inoltre introdotto anche un nuovo reato nel codice penale, quello di fregio del volto che va da 8 a 14 anni di reclusione. Come anche inserito il divieto dei matrimoni o unioni civili per coercizione, così come il sostegno economico agli orfani di femminicidio.
Per quanto riguarda la violenza sessuale le pene salgono a 6 e 12 anni, inoltre la violenza risulta aggravata se ai danni di minori di 14 anno a cui è stato prometto o dato del denaro.