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È notizia di qualche giorno fa della più grande transazione che ha visto come protagonista i bitcoin. Parliamo di un’operazione del valore complessivo di 356 milioni di dollari che ha coinvolto un totale di 48.000 bitcoin. In pratica queste criptovalute sono state trasferite da un wallet a due diversi portafogli senza che si verificassero ulteriori transazioni.

La notizia ha di per sé più di una conseguenza. Da una parte certifica la sicurezza della blockchain che è stata capace di reggere senza problemi un flusso non indifferente di criptomonete proveniente da un wallet di bitcoin, dall’altra aumenta la credibilità delle stesse in un periodo in cui il suo valore continua a mantenersi su cifre ragguardevoli.

Il recente rialzo del valore del bitcoin ha, infatti, rimesso in moto la solita battaglia tra fautori e critici dei bitcoin. I primi affermano che la tendenza rialzista sia sinonimo di una ritrovata forza da parte della criptovaluta. I secondi sono pronti a scommettere che finirà tutto come nel 2017, quando la creatura di Nakamoto ebbe un’impennata incredibile, salvo poi sprofondare miseramente.

La corrente di twitter

In mezzo a queste due correnti se ne è creata una terza che studia la relazione tra la volatilità dei bitcoin e i problemi creati da Bitfinex. Parliamo dell’exchange noto per perdere i soldi dei suoi clienti e non riuscire a garantire una normale relazione bancaria. Basta ricordare alcune date chiave per rendersi conto di quanto questo exchange sia instabile. Nel 2015 i wallets dell’exchange sono stati violati, causando la perdita di circa $ 400.000 e nel 2016 circa $ 73 milioni in più sono stati rubati dai conti dei propri clienti. Ebbene su twitter molti utenti affermano che, ogni qualvolta Bitfinex ha problemi di solvibilità, il valore del bitcoin è schizzato alle stelle.

La tesi di Brandt

Il trend al rialzo dei bitcoin ha un’altra spiegazione per l’economista Peter Brandt. Quest’ultimo parla di “mossa parabolica”. “Gli alti formati da Bitcoin nel 2013 sono stati una mossa parabolica su larga scala. Si tratta di una cosa magnifica e può accadere solo una volta ogni dieci anni”. Brandt ha spiegato che dopo quanto successo nel 2013, si è assistito ad una fase di correzione fino al 2015, per poi subire una nuova mossa parabolica nel 2017. Dato che due eventi simili, distanza di poco tempo, sono impensabili in un’economia normale, Brandt si è spinto fino ad affermare che la criptovaluta potrebbe raggiungere anche il valore di 50.000 dollari.

Al di là di quale sia la tesi veritiera (se mai ce ne fosse una) rimane il fatto che il bitcoin continui nella sua corsa inarrestabile a dispetto di chi continua predirne l’imminente fine.

 

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