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È con gran gioia che nella mattinata del 7 maggio il Sindaco Guido Castelli, l’Assessore alla Cultura Piersandra Dragoni e il Curatore Scientifico delle Collezioni Comunali di Ascoli Stefano Papetti hanno annunciato il lasciato di 19 opere ai Musei Civici da parte di Maria Adele Teodori (1931 – 2017).

Nella mattinata del 7 maggio, presso la Sala De Carolis e Ferri di Palazzo Arengo, sono state esposte in anteprima quattro opere, tre xilografie di Bruno da Osimo e una riunione di incisioni settecentesche tratte dalla guida di Ascoli Piceno del 1972, testimonianza del legame con la terra d’origine.

Maria Adele Tedori e l’amore per Ascoli

Maria Adele Teodori nasce a Force, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1931, da un’illuminata famiglia della borghesia professionale e industriale, laica e liberale.

Si afferma presto come giornalista presso le maggiori testate italiane, risiedendo a Milano e passando molto tempo della sua vita in viaggio, condizione che non ha scalfito l’attaccamento alla città natale. Ha affiancato la sua attività giornalistica a quella di scrittrice, di cui si ricorda in particolar modo “Spagna in ginocchio” del 1963, attenta analisi sociologica riguardante il contesto spagnolo sotto la dittatura di Franco.

Scompare nel 2017, ad 84 anni.

La collezione lasciata dalla Teodori

Nel testamento della Teodori sono state regalate 19 opere (tra incisioni, xilografie e disegni e un tessuto realizzato su disegno di Bruno da Osimo) ai Musei Ascolani. Nove di queste opere sono di Bruno da Osimo, poliedrico artista spesso dimenticato ma conosciuto anche all’estero le cui opere hanno un grande valore. Quelle acquisite ora dai Musei, in particolare, riportano dediche e firme autografe, a testimonianza del legame dell’artista con la famiglia Teodori.

Le opere, conservate per anni nel suo appartamento di Milano, prelevate a mano con il prezioso esecutore testamentario, il nipote Roberto d’Angelo che, da Palermo, si è prestato, con grande diplomazia e sensibilità,a favorire le operazioni di spostamento, avvenute nello scorso marzo,  ora necessitano di un lavoro di restauro: provenendo da un ambiente chiuso e riscaldato, hanno bisogno di essere pulite e rimontate in cornici più idonee. 

Papetti ha rassicurato che queste operazioni avverranno immediatamente e che, nei mesi a venire, sarà inaugurata una mostra alla Galleria d’Arte Contemporanea “O. Licini” in onore di Maria Teodori e le verrà intitolata una sala.

Il Sindaco Castelli è intervenuto, alla fine, sottolineando la doverosità della sua presenza in quanto istituzione, omaggiando ovviamente le opere in sé, ma soprattutto il gesto, e condividendo una duplice lettura del’evento, testimonianza della nostalgia di tanti ascolani che sono fuori, magari per anni, e, nonostante questo, rimangono legati per sempre alla città natia.

 

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