Presso la Sala assembleare della Ciip è stato illustrato lo studio di fattibilità relativo al progetto Acquedotto del torrente Pescara-variante di tracciato e messa in sicurezza del tratto compreso tra Capodacqua di Arquata ed il nodo del Monte Ascensione.
E’ stato, inoltre, ufficializzato lo stanziamento, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di 27 milioni di euro, finalizzati alla progettazione ed esecuzione dell’importante opera acquedottistica del territorio.
Hanno partecipato all’incontro il Presidente della Ciip Spa Giacinto Alati, il Dott. Erasmo D’Angelis (Segretario Generale Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale), l’ingegner Carlo Ianni, l’ing. Massimo Tonelli e il Prof. Alessandro Mancinelli dell’Università Politecnica delle Marche.
Ciip, 27 milioni per l’acquedotto del Pescara
Il Presidente della Ciip Giacinto Alati ha introdotto i lavori, affermando: “Questa è una giornata importante per tutte le aziende che fanno parte del Distretto idrico dell’Appennino Centrale. Per quanto riguarda il finanziamento e gli studi di fattibilità, vogliamo cercare di trovare soluzioni che mettano in mostra un servizio che coinvolge le Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Il finanziamento per l’acquedotto del Pescara, insieme all’interconnessione degli acquedotti, sono opportunità da cogliere, per continuare a collaborare insieme e lasciare fuori dalla porta le polemiche. Dato che la Regione Marche è una piccola Regione, non può farcela da sola e i territori hanno bisogno di contributi. Siamo un’azienda di servizio, perciò dobbiamo offrire un servizio di qualità ai contribuenti”.
Erasmo D’Angelis, Segretario Generale Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, ha dichiarato: “E’ iniziato un bel lavoro tecnico di squadra, per risolvere i problemi in maniera definitiva. Lavorare come Distretto con questo approccio, significa creare un modello di intervento da ripetere anche in altre zone d’Italia. Tutto il lavoro delle aziende idriche deve ruotare attorno a una tariffa adeguata, per usufruire dell’acqua.
La norma relativa agli invasi e acquedotti, contenuta nella Legge di bilancio 2018, ha previsto il finanziamento per la realizzazione del primo stralcio dell’acquedotto del Pescara; questa norma ha dimostrato che lo Stato è tornato a investire. Vogliamo far partire una progettazione integrata, per garantire a tutti i cittadini di avere l’acqua nelle proprie case. Sono previste integrazioni e interconnessioni tra gli acquedotti, nel massimo rispetto della naturalità dei territori.
In questa zona dell’Appennino, la ricchezza d’acqua è un dato di fatto. Le crisi, dunque, non sono a livello di materia prima, ma sono a livello di infrastrutture (tubazioni, impianti, acquedotti). Molte infrastrutture sono rimaste quelle dei tempi in cui sono state costruite, ovvero agli anni del Secondo Dopoguerra. Bisogna garantire flussi costanti di finanziamento, avere una visione d’insieme e non un approccio personalistico. Mi auguro di aver dato un messaggio positivo, per l’inizio di una grande operazione”.
Lo studio sul nuovo acquedotto antisismico
In seguito, sono intervenuti due tecnici che collaborano con la Ciip. L’ingegner Carlo Ianni ha ricordato la vetustà dell’acquedotto del Pescara (che è stato costruito nel 1955), affermando che il terremoto del 2016 ha danneggiato gravemente alcune strutture nella zona di Pescara del Tronto e Arquata.
“E’ stata compromessa la funzionalità acquedottistica, l’acquedotto è stato riparato sommariamente, ma è ancora a rischio sismico, dato che si trova in prossimità delle faglie che hanno causato le scosse di terremoto di due anni fa (che, in queste zone, possono anche avere un’intensità di 6.5 gradi Richter). L’acquedotto va risanato sia nella parte iniziale, sia nel tratto secondario. Oltre alla necessità di ripristinare la linea acquedottistica, dobbiamo interconnettere gli acquedotti del Piceno (a partire da Montelparo) con l’acquedotto del Fiume Nera”.
“I nuovi impianti acquedottistici dovranno essere resistenti alle scosse di terremoto – ha aggiunto Massimo Tonelli – poiché si trovano in zone sismiche. Abbiamo vissuto un duplice problema, a causa del sisma del 2016: quello dell’acquedotto del Pescara-zona Sud e i problemi di disponibilità idrica alla sorgente di Foce di Montemonaco. Comunque, siamo riusciti a mantenere il servizio idrico, grazie all’intercambiabilità tra i sistemi. Tutti gli acquedotti dei Sibillini sono stati colpiti dagli effetti del terremoto. Stiamo effettuando uno studio di fattibilità,. in collaborazione delle università di Ancona e Camerino. L’obiettivo finale è riequilibrare gli acquedotti nel territorio della aziende ATO 3, ATO 4 e ATO 5″.
Infine, queste sono state le parole del Prof. Alessandro Mancinelli dell’Università Politecnica delle Marche: “Finora, i cambiamenti climatici non hanno prodotto variazioni straordinarie a livello ambientale nella nostra Regione, ma hanno prodotto due effetti secondari: la siccità e l’innalzamento del Mare Adriatico”.