Più di 94 progetti previsti dal Patto per lo sviluppo e la ricostruzione della Regione Marche per un valore complessivo di 2 miliardi di euro e una previsione occupazionale aggiuntiva di circa 10.000 addetti.
L’obiettivo, sostiene la Regione, è rilanciare i territori colpiti dal sisma, attraverso l’utilizzo delle risorse straordinarie, nazionali e comunitarie, già disponibili per le aree del cratere e con nuove opportunità finanziarie, da reperire attraverso un percorso istituzionale con il Governo e l’Unione europea, basato sulla fattibilità degli interventi individuati.
Il 41% dei progetti è proposto da enti pubblici, il 59% da privati.
Patto per lo sviluppo e la ricostruzione, i punti cardine
Il Patto è stato presentato alla comunità ascolana dal presidente e dalla vicepresidente della Regione Marche, insieme al presidente Istao, Pietro Marcolini, nel corso di un incontro pubblico che si è svolto nella sala del Consiglio provinciale di Ascoli Piceno.
“Nel caso di un’area fortemente colpita come la nostra non basta ricostruire case e infrastrutture, ma è necessario offrire alla popolazione condizioni di crescita e sviluppo economico, a partire dalle imprese e dai servizi, per creare una qualità di vita utile a favorire il rientro”, sostengono Ceriscioli e Casini.
Accanto agli edifici, alle infrastrutture, va ripristinato il tessuto economico preesistente, rafforzato da investimenti attrattivi capaci di creare nuove opportunità di vita e di lavoro.
I filoni su cui poggiare questa “rinascita” e questa ripartenza, indicati dal Patto – ha sottolineato la vicepresidente – sono quelli dei servizi alla persona, della competitività del sistema produttivo, del territorio e l’ambiente, del patrimonio storico e culturale, del sistema infrastrutturale e quello della conoscenza (poli scientifici di eccellenza, alta formazione e specializzazione, centri di ricerca).
La vicepresidente ha concluso il suo intervento evidenziando che il Patto, elaborato con l’Istao (Istituto Adriano Olivetti di Ancona) e concertato con le parti sociali e istituzionali, costituisce una strategia operativa per trasformare il sisma da un’emergenza a un’opportunità di rilancio del territorio attraverso un nuovo modello di sviluppo valido per l’intera regione.
Gli obiettivi della ricostruzione
Lo scopo è quello di poter contrastare il rischio di impoverimento socio-demografico ed economico delle aree colpite dal sisma, valorizzando le risorse disponibili e promuovendo investimenti, attraverso il coinvolgimento di rappresentanti istituzionali, sociali, economici e accademici.
Secondo le strategie delineate dal Patto, la ricostruzione non dovrà essere solo materiale, dei danni subiti, ma dovrà interessare il tessuto economico e sociale, orientando lo sviluppo dell’intero sistema regionale.
Il sisma, nell’accentuare ulteriormente le debolezze dei territori, ha mostrato un sistema economico già sofferente per il perdurare della ormai decennale crisi internazionale.