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I pensionati delle Marche diventano sempre più anziani e, soprattutto, più poveri. Due su tre si ritrovano a vivere con meno di 750 euro lordi al mese.

 A dirlo è l’INPS, che sottolinea, inoltre, che vengono erogate 550 mila prestazioni pensionistiche e assistenziali, di cui 296 mila pensioni di vecchiaia (poco meno del 54% del totale), 37 mila sono invece le pensioni di invalidità (6,7%), 118 mila le pensioni assegnate ai superstiti (21,5%), 15 mila sono le pensioni o gli assegni sociali (2,7%) e 84 mila le prestazioni destinati agli invalidi civili (15,3%).

“I dati dell’Inps confermano le difficoltà di migliaia di pensionati marchigiani che, dopo una vita di lavoro, sono costretti a fare i conti con pensioni troppo basse alle quali si accede in età sempre più avanzata”, annotano  Daniela Barbaresi, segretaria Cgil Marche e Elio Cerri, segretario Spi Marche.

Marche, l’identikit dei pensionati

Dal 2011 a oggi, con la Legge Fornero, le pensioni sono diminuite del 4,8%, pari a 28 mila prestazioni. Sono calate, soprattutto, le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti (-8,8% pari a 12 mila prestazioni in meno), ma anche quelle di invalidità, di reversibilità e gli assegni sociali, sono invece aumentate le invalidità civili.

Un altro dato da sottolineare, nello stesso periodo, è l’aumento considerevole dell’età media dei pensionati.

Tra i lavoratori dipendenti dal 2012 a oggi, i pensionati under 65 sono passati dal 16,8% al 10,4%, mentre gli over 80 sono passati dal 29,1% al 39,1%.

Quanto percepiscono di pensione i marchigiani

E su quale cifra mediamente i nostri pensionati possono contare? Poco, anzi pochissimo: parliamo di 761 euro lordi, con valori medi che variano dai 983 euro delle pensioni di vecchiaia fino ai 422 euro sociali.

E questo è proprio il punto dolente, perché nella nostra regione gli importi sono ben al di sotto di quelli nazionali, con -125 euro lordi medi mensili.

Prendendo come esempio le pensioni di vecchiaia, i lavoratori dipendenti marchigiani contano su 1.081 euro, ovvero -293 euro al mese rispetto al resto d’Italia e -387 euro rispetto alla media del Centro Italia.

E anche tra le province marchigiane ci sono molte differenze:

  • 1.030 euro medi a Pesaro Urbino,
  • 1.011 euro ad Ascoli Piceno,
  • 1.010 euro a Macerata,
  • 948 euro ad Ancona,
  • 930 euro a Fermo.

Presenti anche differenze di genere, gli uomini percepiscono mediamente 1.218 euro lordi, le donne appena 705 ovvero mediamente 513 euro in meno ogni mese; una differenza che aumenta per le ex lavoratrici dipendenti a -628 euro mensili.

Infine, il 66,6% dei pensionati marchigiani deve vivere con meno di 750 euro al mese (61,3% la media nazionale), questo vuol dire che 2 pensionati su 3 percepiscono un importo al di sotto della soglia della povertà.

L’allarme dei sindacati

“Questi dati evidenziano l’urgenza di superare strutturalmente l’impianto della Legge Fornero, che l’introduzione della cosiddetta Quota 100 ha lasciato ancora inalterato. Infatti, oltre ad essere limitata al prossimo triennio, Quota 100 non dà alcuna risposta alla maggior parte del mondo del lavoro e, per questo, occorre una vera riforma del sistema previdenziale che garantisca una reale flessibilità per tutti per l’accesso alla pensione a 62 anni, l’uscita anticipata con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, il riconoscimento ai fini previdenziali del lavoro di cura, soprattutto a carico delle donne, i lavori manuali e gravosi come peraltro sosteniamo con la piattaforma unitaria di Cgil Cisl Uil”, dice Daniela Barbaresi.

“L’obiettivo che perseguiamo – aggiunge Elio Cerri – è quello di garantire una pensione dignitosa, incrementando le pensioni più basse in base ai contributi versati e al contempo salvaguardando il potere d’acquisto di quelle superiori che continuano ad essere taglieggiate anche da parte del governo attuale”.

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