Nella sua bottega ad Ascoli Piceno, il fabbro ascolano Stefano Pontani ricalca, con cura artigianale, i tradizionali metodi di lavorazione del ferro battuto. Con il termine “ferro” (o “acciaio dolce”) andiamo ad indicare una lega metallica formata da ferro e carbonio, in precise percentuali. Questa lega, sin dall’antichità, veniva utilizzata dai mastri ferrai, per le lavorazioni del “ferro battuto”. Lavorazioni, che si sono succedute per secoli, creando dei veri e propri capolavori in ferro battuto, di assoluta bellezza e perfezione, riservate quasi esclusivamente ad ornamenti di palazzi signorili, o vescovili. Quest’arte lentamente inizia il suo declino, negli Anni ’50, quando, con l’avvento dell’industrializzazione, non troverà più committenti, spegnendo via via tutte le forge presenti nelle officine. In seguito, gli stessi fabbri hanno riconvertito il loro lavoro, in schematici disegni seriali, abbandonando l’arte del bello. Ma qualche artigiano ancora resiste alla modernizzazione, come l’artigiano del ferro battuto ascolano Stefano Pontani, che abbiamo intervistato in esclusiva.
Quando hai deciso di aprire un laboratorio del ferro battuto?
Le passioni vengono dal cuore e da ciò che si sente dentro. Quando ero ragazzo, ho iniziato a fare dei lavori e poi sono arrivato ad aprire una bottega di lavorazione del ferro battuto. Solo la passione può farmi stare in officina, ore e ore a lavorare il “duro metallo”. Ciò che spinge a proseguire la propria attività, nonostante le difficoltà e i periodi di crisi, può essere solo la passione.
Quanto è importante, ai giorni nostri, la riscoperta degli antichi mestieri?
E’ molto importante riscoprire gli antichi mestieri, se non si vogliono seguire le tendenze del consumismo. La lavorazione del ferro battuto sfida i tempi e le mode. Oggi è facile acquistare, in un centro commerciale, un lampadario o un oggetto di ferro. Ma la ricerca di un articolo personalizzato, può darla solo un artigiano. Se ci si rivolge ad un artigiano, si avrà la certezza di avere un oggetto unico e irripetibile.
Qual è il costo del ferro battuto? Inoltre, esso è più resistente, rispetto ad altri materiali?
Il ferro è un minerale (il suo simbolo è “Fe”) e, siccome è molto presente in natura, il costo della sua lavorazione è relativamente basso, per l’industria metalmeccanica e per gli artigiani. Ascoli Piceno ha una secolare storia, per quanto riguarda la lavorazione del ferro battuto: un esempio di ferro battuto antico si può ritrovare nella Chiesa di San Francesco, in particolare nella scalinata del pulpito (risalente al 1607 circa). Mentre nella Chiesa di Sant’Agostino, nell’altare della “Madonna del latte”, vi è una grata in ferro battuto che risale al 1472. Quindi, il ferro è un materiale molto resistente e, se opportunamente trattato (con vernice e antiruggine), può sopravvivere nei secoli.
Quali maestri del ferro battuto, in passato, hanno lavorato ad Ascoli?
Uno dei più noti maestri dell’arte del ferro battuto ascolano è Francesco Tartufoli, nato in Via Capitolina, nel quartiere della Piazzarola, il 24 giugno 1742. Successivamente, altri fabbri hanno lavorato il ferro battuto ad Ascoli. Una delle officine più importanti è stata quella di Cesare Schiavi, situata in Rua dei Fiori (vicino al Teatro Filarmonici). Ma non si possono non citare altri famosi fabbri che hanno operato nella nostra città, come Giuseppe Stipa, Francesco Stefoni, Giovanni Rizzoli e tanti altri.
Di recente, hai donato delle opere al Duomo di Ascoli Piceno. Quali manufatti hai eseguito?
Tra i lavori più importanti eseguiti e donati alla Chiesa del Duomo ci sono due cancelli, che si trovano all’interno della Cattedrale. Ma ho realizzato anche un arco in ferro battuto, che sorregge le due campane realizzate in onore del Vescovo di Ascoli, Mons. Giovanni D’Ercole, e del Parroco del Duomo, Don Angelo Ciancotti: entrambe le campane si trovano vicino all’ingresso della Sacrestia.
Nel tuo lavoro utilizzi ancora gli “attrezzi del mestiere”, oppure essi sono stati sostituiti da macchinari tecnologici?
Essendo un artigiano, lavoro ancora manualmente e con l’utilizzo degli attrezzi specifici per la lavorazione del ferro battuto (martello, incudine, forgia a carbone per ammorbidire e lavorare il ferro). Alcune macchine, però, possono servire per facilitare alcune fasi del lavoro. Ma, senza il lavoro manuale, quello del ferro battuto non sarebbe un lavoro artigianale.
Potresti elencare alcune tecniche della lavorazione del ferro battuto?
Due delle tecniche maggiormente eseguite in officina sono la “chiodatura” e la “fascettatura”, che servono per unire i ferri tra loro, senza eseguire la “saldatura”. Queste fasi ricalcano un processo tipico dell’antichità.
Sei anche un appassionato tifoso dell’Ascoli Calcio. Cosa ti aspetti per il finale della stagione bianconera?
Lavorare come artigiano è sicuramente importante ed impegnativo per tutta la settimana. Ma, nel weekend, viene fuori la passione calcistica per l’Ascoli, che spero possa disputare un finale di campionato brillante e competitivo.