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Proposta shock (o no?) della Lega che alla eccessiva esterofilia della musica italiana e alla vittoria sanremese di Mahmood, reagisce pensando di “proteggere” modificare i palinsesti radiofonici nazionali. 

La proposta arriva da Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, e direttore di Radio Padania, che firma una proposta di legge contro “il potere delle lobbies e degli interessi politici che hanno la meglio rispetto alla musica». Nel futuro gialloverde ecco le radio sovraniste, infarcite di canzoni made in Italia”.

Cosa si propone esattamente? “Regole precise, spazio agli esordienti nostrani, disponendo che le emittenti radiofoniche, nazionali e private debbano riservare almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, da distribuirsi in maniera omogenea durante le 24 ore”.

Mahmood e la Lega: una questione aperta

La svolta autarchica di certo è stata stimolata dalla vittoria del giovane Mahmood e dalla reazione di Matteo Salvini. 

Un post che ha raccolto migliaia di like, commenti e condivisioni, anche se il vicepremier ha deciso dopo poche ore di fare dietrofront e alla Stampa ha dichiarato: “È un ragazzo italiano che suo malgrado è stato eletto a simbolo dell’integrazione ma lui non si deve integrare, è nato a Milano. Lo hanno messo al centro di una storia che non gli appartiene (…) Che questo ragazzo, per il quale mi sono sentito in torto tanto da chiamarlo, sia stato usato dalla sinistra, ci sta. Chi mi conosce potrebbe osservare un rispettoso silenzio”.

La proposta della Lega

Alessandro Morelli, a chi storce il naso, ricorda che anche la Francia, con la legge Toubon, tutela le produzioni nostrane, imponendo alle radio transalpine almeno il 40 per cento di programmazione autoctona giornaliera. 

“La musica non è solo passatempo ma un racconto della nostra vita, della nostra cultura…”.  Nelle 10 emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia, secondo il firmatario della proposta, la quota media di repertorio italiano è inferiore al 23%. Eppure, secondo Radiomonitor, nel 2018, tra i 10 pezzi più ascoltati al primo posto c’è Loredana Bertè con i salentini Boomdabash in “Non ti dico di no”, seguita al terzo posto da Luca Carboni, al sesto da Giusy Ferreri, all’ottavo dai Negramaro e al nono da Jovanotti. Nomi, insomma, italianissimi.

Cosa rischiano le emittenti in caso passi la proposta? “Sanzioni per chi esagera con le canzoni forestiere. Si va dalla sospensione dell’attività radiofonica da un minimo di otto giorni fino a trenta giorni”.

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