La figura professionale del consulente ambientale nel corso degli ultimi anni ha conquistato una rilevanza sempre maggiore. Poiché esistono vari tipi di consulenza ambientale, vale la pena di approfondire il tema, anche per capire che cosa fa un consulente ambientale e a che cosa serve. Come si può intuire, la sua specializzazione riguarda uno o più ambiti ambientali, con riferimento in particolare alla sicurezza. I consulenti ambientali si possono occupare, per conto di enti pubblici, di imprese o di cittadini privati, di aspetti tecnici o di aspetti di carattere interpretativo e amministrativo: nel primo caso si tratta soprattutto di consulenze di natura ingegneristica, scientifica o architettonica che hanno a che fare con la tutela ambientale; nel secondo caso, invece, ci si concentra sul diritto dell’ambiente e dell’energia.
Gli aspetti economici
Una consulenza ambientale può coinvolgere la dimensione economica correlata a specifiche attività ambientali: si pensi, per esempio, alla consulenza che si rende necessaria per presentare una candidatura per ottenere dei finanziamenti per sfruttare le fonti rinnovabili; oppure alla consulenza indispensabile per l’apertura di un impianto destinato a ricavare energia a partire da fonti rinnovabili; e così via. L’acquisto e la vendita di impianti di questo settore, a loro volta, possono richiedere l’intervento di un consulente, e lo stesso dicasi per le tematiche che concernono la compravendita di terreni che devono essere bonificati o il trasporto di rifiuti.
Quando c’è bisogno di un consulente
Il ricorso a una consulenza ambientale può essere richiesto anche quando si deve intraprendere un ciclo produttivo nuovo destinato alla lavorazione o allo smaltimento di sottoprodotti e rifiuti. In concreto, il compito del consulente è quello di accertare e di studiare la fattibilità dei vari interventi dal punto di vista giuridico: in assenza del suo placet, non è possibile avviare un business conforme alle normative e sicuro. Da non sottovalutare in termini di importanza, poi, è la consulenza operativa, grazie a cui il cliente può essere supportato e affiancato per la stesura di un contratto.
Il ruolo di un consulente ambientale
Come si è accennato, è soprattutto nel corso degli anni più recenti che si è assistito a una progressiva affermazione della figura professionale del consulente ambientale. La ragione di tale fenomeno va individuata nella crescente attenzione che a livello planetario si sta dedicando ai temi ambientali, sia in ottica economica che sul fronte politico. Si è verificato, infatti, un notevole aumento della quantità di norme che costituiscono il diritto ambientale. Il ricorso alle nuove fonti rinnovabili è solo uno dei temi coinvolti, insieme con l’urbanistica e la tutela delle acque, senza dimenticare la sicurezza alimentare e la tutela del paesaggio. Ma non è tutto, perché sul tavolo sono presenti anche argomenti altrettanto delicati, come la sicurezza sul lavoro, il danno ambientale, l’inquinamento e la gestione dei rifiuti.
La formazione
La formazione in ambito ambientale è da considerare indispensabile per chi è chiamato a gestire le pratiche di diritto ambientale, a maggior ragione in un contesto come quello attuale in cui le normative tendono a mutare con enorme rapidità. Una dimensione a cui non sempre viene riservata la necessaria importanza è quella della comunicazione aziendale, che è connessa con il marketing: insomma, una consulenza ambientale non può prescindere da una conoscenza multidisciplinare. La legislazione ambientale del nostro Paese – a parere di diversi giudici e, più in generale, di numerosi operatori del settore – non è ancora adeguata agli standard che sarebbe lecito attendersi, dal momento che viene ritenuta poco coerente e, inoltre, sottoposta a cambiamenti che non solo sono ripetuti nel tempo, ma sono anche di notevole entità. Ecco perché il ruolo del consulente ambientale è quasi imprescindibile, in previsione di compravendite, bonifiche o attività di carattere urbanistico.