Le comunali 2019 si avvicinano e nel frattempo, senza fare troppo clamore, il consiglio regionale delle Marche ha dato il via libera unanime in prima Commissione, quella degli Affari istituzionali, alla proposta di deliberazione per chiedere al Parlamento una deroga strategica all’ordinamento enti locali.
La modifica richiesta consentirebbe ai soli sindaci del cratere di procedere con un quarto mandato consecutivo nei Comuni al di sotto dei 3.000 abitanti e con il terzo mandato in quelli al di sopra di questa soglia.
Uno scenario, insomma, che farebbe cambiare tutto il quadro politico su cui si ragiona, ad Ascoli in primis, in vista delle prossime elezioni amministrative, dando quindi la possibilità allo stesso Guido Castelli di riflettere sulla possibilità di una tripletta.
Comunali 2019, la proposta della commissione
Dunque, la proposta è stata approvata in Prima commissione affari istituzionali con adesione unanime. In questo modo si chiede alle Camere di modificare il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, consentendo così un maggiore numero di mandati per i sindaci del solo cratere sismico.
A spiegare il motivo della proposta è stato il presidente della commissione Francesco Giacinti (PD), firmatario assieme all’assessore agli Enti locali Fabrizio Cesetti: “presentiamo al Parlamento una pdl per modificare il tetto massimo dei mandati dei sindaci nel cratere. Questa deroga è importante per agevolare la fase della ricostruzione post-terremoto. La continuità amministrativa consente di procedere nel modo più celere possibile, evitando rallentamenti e interruzioni nelle procedure in zone già fortemente colpite dalle conseguenze del sisma”.
Terzo e quarto mandato dei sindaci, come funziona
L’eccezione, si legge nel testo, sarà possibile solo con lo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri.
“Siamo favorevoli alla possibilità per i sindaci che si stanno occupando della ricostruzione di ricandidarsi – ha aggiunto anche il vicepresidente della Commissione Maggi (M5S) -, questo non è detto che equivalga alla rielezione”.
La proposta, qualora dovesse essere recepita, andrà presentata in Parlamento e nel caso di un’approvazione, comporterà la modifica del decreto legislativo 267 del 2000.
Insomma, uno scenario ancora molto aperto in vista delle prossime comunali 2019.